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La chiesa parrocchiale di San Bartolo, a Ossi, gremita. Tantissime persone hanno assistito da fuori alle esequie di Salvatore Piras, il giovane operaio morto sul lavoro a Sorso il 15 aprile scorso. I funerali si sono tenuti questo pomeriggio alle 15. Prima della cerimonia ha preso la parola il vescovo di Sassari mons. Gianfranco Saba (qui le sue parole).
Durante la predica, il parroco di Ossi don Felix Mahoungou si è rivolto ai presenti: "Il comune destino, la morte, ci ha fatto visita strappandoci anzitempo la vita di Salvatore. Una visita che la morte ha fatto nel cuore del mistero pasquale, Venerdì Santo, giorno in cui Salvatore si è donato per la salvezza del mondo. Alla luce del mistero pasquale, sappiamo che la vita di Salvatore è solo sottratta agli occhi dei genitori, dei fratelli, della fidanzata, ai nostri occhi. Ma il nostro fratello ha ritrovato la vita in Dio, dopo aver fatto una breve esperienza su questa terra".
"Fisicamente non potremo più stringerlo - commenta don Felix - ma l'abbraccio più autentico rimane quello che gli diamo nel cuore. Davanti al Padre Eterno, Salvatore si presenta oggi ricco di quanto ha ricevuto quaggiù in amore e di quanto lui stesso ha donato in semplicità".
"Come ci ricorda la liturgia odierna, davanti al mistero della morte e resurrezione di Cristo, nasce un primo atteggiamento: la negazione. Il non voler crederci. L’esperienza dei discepoli si rinnova oggi con la nostra reazione. Quando è successo l'incidente ci siamo detti "No, non è possibile. Non ci posso credere". Ma questa incredulità richiama il sentimento dell’amore e della passione che abbiamo nei confronti della persona scomparsa. Così come nei discepoli il dolore impedisce di accogliere la novità che Cristo è risorto, a noi impedisce di accettare Salvatore nella sua nuova fase di vita".
"In queste occasioni nascono enormi interrogativi - ancora il sacerdote -. Un dolore e una rabbia verso il destino, la vita, il datore di lavoro, persino verso Dio. Tutto questo esprime l’intensità dei nostri sentimenti nei confronti del giovane scomparso. Questo sentimento di rabbia e dolore può paralizzarci e a volte portarci all’ateismo esistenziale. "Perché Dio non ha impedito tutto ciò? Se non ha evitato questo significa che non esiste". Dobbiamo accogliere invece questi sentimenti e prenderne coscienza, attraversarli per lasciar spazio ad altre emozioni".
Poi il parroco ha invitato tutti a qualche istante di silenzio per rivolgere un pensiero a Salvatore Piras.
"Non siamo sulla terra per caso, ma per un progetto di amore di Dio - ha proseguito il parroco di Ossi -. Un progetto che Dio ha per ciascuno di noi sin dall’eternità. Il primo articolo della Costituzione dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Salvatore si è sempre battuto per realizzare il proprio progetto di vita attraverso il lavoro dando il proprio contributo alla società. Ogni lavoro è una missione. Chi lavora lo fa per guadagnare, ma rende anche un servizio agli altri. In questo giorno di dolore io invito tutti a rivolgere un pensiero e una preghiera anche al datore di lavoro ed avere empatia. La giustizia farà il suo corso, ma sono certo che nessun datore di lavoro assume un giovane per fargli del male".
"L’antropocentrismo ci ha spinto a togliere Dio dal centro della nostra vita e a vivere in un mondo pieno di egoismo, dove l’egocentrismo è sovrano. Oggi chiediamo la capacità di trasformare il nostro modo di concepire e vedere la vita. Vogliamo un paese dove si ha cura gli uni dell’altri, dove regna la custodia della vita dell’altro".
Infine, rivolgendosi alla famiglia di Salvatore, agli amici e alla comunità intera. "Nel momento della prova siamo chiamati a far emergere la forza e la gioia di vivere. Salvatore oggi ci chiama a guardare la vita con quella gioia e positività che lui ha cercato di avere. La comunità in questi giorni è stata capace di compatire (cum patire, soffrire insieme). Ha dimostrato di essere una comunità che sa amare e tiene ai suoi figli. A voi ragazzi, amici di Salvatore, ragazzi di Ossi: amate sempre la vostra comunità. Onoratela, guardatela con gratitudine. Noi adulti guardiamo con fiducia a tutti voi. Dio vi benedica".
Al termine della cerimonia funebre, gli amici che condividevano con Salvatore la passione per le moto hanno salutato il passaggio del feretro con un rombo di motori. Sul sagrato della chiesa era presente anche la motocicletta del giovane.
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