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Dopo circa due mesi di indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Olbia hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio, nei confronti di Massimo Balzano, olbiese di 34 anni, accusato di aver commesso 11 furti e averne tentati almeno altri 5 all’interno dell’Hotel Geovillage di Olbia.
Secondo quanto ricostruito dai militari, i furti sono stati consumati nel corso dell’estate, nel periodo a cavallo tra ferragosto e metà settembre. Il giovane, avendo lavorato all’interno della struttura alcuni anni prima con la funzione di manutentore, conosce perfettamente l'hotel. Approfittando dell’esperienza acquisita, per non farsi notare ha utilizzato le varie scale di servizio per raggiungere i piani e avere accesso alle camere degli ospiti mediante un passe-partout meccanico, eludendo in tal modo i sistemi di controllo elettronico.
Una volta all’interno, il 34enne ha rovistato senza lasciare alcuna traccia all’interno delle camere e nei bagagli degli ospiti, che si trovavano comodamente in piscina o all’esterno della struttura nelle località balneari.
Il giovane, come spiegato dai Carabinieri, avendo a disposizione anche la chiave di sblocco, non ha esitato ad aprire le casseforti presenti nelle stanze dalle quali ha prelevato denaro e preziosi. Una parte del bottino trafugato, composto da denaro contante, alcuni preziosi e oggetti tecnologici, per un valore complessivo di oltre 20mila euro, è stato trovato durante la perquisizione domiciliare e verrà riconsegnato al più presto ai legittimi proprietari.
I Carabinieri, dopo le prime denunce di furto, hanno inizialmente eseguito dei servizi di osservazione e hanno operato in sinergia con la direzione dell’albergo che, chiaramente, pur avendo risarcito tutte le vittime, aveva interesse a smascherare la “talpa” che si aggirava tra le camere dei clienti ignari. Una volta dichiarato in arresto, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il Balzano è stato tradotto presso la casa di reclusione di Sassari – Bancali.