Siamo arrivati al quarto giorno di ricerche ma dei due fratelli olbiesi dispersi in mare da sabato scorso, Giuseppe e Lorenzo Deiana, 24 e 20 anni, finora nessuna traccia.

Le operazioni di ricerca, condotte sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania e il coordinamento tecnico della Capitaneria di Porto di Olbia, proseguono senza sosta e hanno visto finora l'impiego di ingenti risorse per centinaia di ore di pattugliamento marittimo lungo un ampio tratto di costa, compreso tra l'Isola di Tavolara e la spiaggia di Capriccioli.

A supporto delle ricerche anche elicotteri, droni e attività subacquee che non si sono mai interrotte, grazie all'impiego di squadre di sommozzatori, ROV (Remotely Operated Vehicle) e Side Scan Sonar.

Oltre al significativo impegno di Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Barracelli e Protezione Civile, un ruolo fondamentale è stato svolto dalla straordinaria mobilitazione di numerosi volontari, che hanno fornito un prezioso supporto sia in mare che lungo le coste. Questa risposta generosa e partecipativa, che riflette lo spirito di solidarietà del popolo sardo, ha permesso di estendere capillarmente le ricerche.

Nonostante l'ampio raggio delle operazioni, gli investigatori della Guardia Costiera hanno concentrato le ricerche principalmente nell'area di Capo Figari, zona abituale di pesca dei due giovani, dove sono stati ritrovati diversi oggetti personali, successivamente riconosciuti dai familiari.

Le indagini si sono avvalse di diverse strategie, tra cui la localizzazione dei telefoni cellulari (grazie agli ultimi agganci alle celle telefoniche di Nodu Pianu e Posada), le interviste ai responsabili degli approdi diportistici e agli equipaggi delle imbarcazioni presenti nel golfo di Olbia sabato mattina, l'analisi dei profili social dei due giovani e la costante collaborazione con i familiari. Queste attività hanno fornito le basi per la pianificazione delle ricerche, che si sono sviluppate giorno dopo giorno anche grazie all'esperienza di chi conosce profondamente il territorio marittimo, come gli operatori portuali e gli equipaggi dei traghetti che percorrono quotidianamente quelle rotte.

Al momento non viene esclusa alcuna ipotesi, come la possibilità che i due pescatori, in seguito al possibile affondamento della loro imbarcazione, abbiano raggiunto a nuoto la costa di Capo Figari e cercato rifugio nell'entroterra.

Le ricerche sono riprese anche oggi con numerose squadre operative in mare, in cielo e a terra. La Capitaneria di Porto di Olbia invita chiunque sia in possesso di informazioni utili alle ricerche a mettersi in contatto con l'ufficio. “Allo stesso modo, chiunque desideri offrire supporto nelle operazioni di ricerca, sia via mare che via terra, è pregato di rivolgersi alla Capitaneria di Porto di Olbia per coordinare efficacemente l'impiego delle risorse e evitare sovrapposizioni” si legge in una nota.