Cresce la tensione in Ogliastra in vista della manifestazione contro la violenza sugli animali prevista per domenica 14 luglio alle 18 a Ilbono, paese degli autori del gesto.

Il video choc, nel quale si vede un ragazzino che insieme ad altri amici lancia un gattino giù da un ponte a Lanusei, è diventato in poco tempo virale e l’influencer Enrico Rizzi, animalista, ha organizzato un corteo. Lo stesso animalista è diventato bersaglio degli hater e lui e la sua famiglia in queste ore hanno ricevuto minacce di morte.

"Sono abituato alle minacce - scrive in una nota -, le ho dovute mettere in conto a seguito della mia attività in difesa degli animali, ma quelle di questi giorni sono di preoccupante pesantezza. Oltre alla denuncia, io ci metto la faccia, direttamente dove è avvenuto l'orrendo gesto".

"Ho notato in questi giorni - sottolinea Rizzi - esternazioni inopportune contro la Sardegna. Frasi dalle quali mi dissocio totalmente. La Sardegna è una terra meravigliosa e a testimoniarlo sono anche i moltissimi sardi. Sarò assieme a loro per chiedere pene severe e certe per chi maltratta gli animali".

La vicenda sta assumendo contorni pesanti anche per i ragazzini, denunciati alla procura dei minori di Cagliari: nomi e foto dei giovanissimi circolano liberamente e l'indignazione corre sul web, con insulti e minacce sia nei loro confronti che ai familiari. Per la manifestazione di domenica a Ilbono, la Questura di Nuoro ha deciso di potenziare il servizio d'ordine.

Nel frattempo, 42mila persone hanno firmato la petizione online lanciata sulla piattaforma Change.org per chiedere giustizia. Un appello online lanciato il 7 luglio da un cittadino, indignato come migliaia di altre persone dopo la visione del breve filmato in cui il gattino di poche settimane viene lanciato con forza dal cavalcavia.

La petizione chiede giustizia per l'animale e certezza della pena per gli autori del fatto. "Almeno l'applicazione minima delle pene previste per maltrattamento di animali: una reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro. Un gesto simile non può passare impunito", si legge nell'appello.