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Giovedì grasso (Jovia lardajola) a Gavoi è uno dei giorni più attesi dell'anno. Nel paese barbaricino, infatti, per l'occasione va in scena un carnevale diffuso, spontaneo, nel quale tutti sono protagonisti.
Musica, divertimento, goliardia, tradizioni, improvvisazione, ritmo e convivialità sono le parole d'ordine di una giornata travolgente e che merita di essere vissuta alla scoperta dell'anima più genuina del carnevale.
La pandemia ha interrotto i festeggiamenti ufficiali, ma anche quest'anno Gavoi, nel rispetto delle norme anti-Covid, si lascerà attraversare dai suoni e dalle atmosfere generate dalla sortilla de tumbarinos, l'uscita spontanea di decine e decine di persone mascherate e "armate" di tamburi, pipiolos, triangulos, sorgonitos che creeranno insieme una melodia unica e riconoscibile dell'antico concerto barbaricino.
Un rumoroso e gioioso corteo di musicanti si snoderà liberamente sul selciato dei vicoli del centro, fra le antiche case in granito. I panni di orbace e velluto, le pelli, gli scialli, la fuliggine sul viso completeranno il quadro fatto di allegria e della gioia di riscoprire un sorriso. Che sia l'auspicio di un progressivo ritorno alla normalità.
Il carnevale gavoese, di norma, si chiude la notte del martedì grasso, quando su Zizarone, il fantoccio che raffigura il re del carnevale, viene gettato al rogo da chi partecipa alla festa.