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Cento milioni di euro, il 45% del fatturato dell'intera stagione. È la stima delle perdite prevista dai campeggi sardi a causa dell'emergenza coronavirus tra mancate presenze e annullamento delle prenotazioni. La speranza è che si salvi almeno il 20% del fatturato stagionale, circa 45milioni. Sono i dati drammatici che arrivano dalla FederCamping Sardegna (Faita) per un settore che rappresenta la prima forza del settore extra-alberghiero, la seconda in assoluto per posti letto nell'Isola dopo gli alberghi, con 54mila.
L'anno scorso il comparto aveva registrato 2,6milioni di presenze per un fatturato intorno ai 225milioni "Ripartiamo subito come Isola Covid-free, offrendo enormi spazi, aria sana, prodotti genuini e una vacanza a impatto zero, come solo la Sardegna può fare. Questo oggi è il miglior biglietto da visita per i turisti. Ma facciamolo subito - afferma il presidente di Faita Sardegna Nicola Napolitano - Il turismo open air è ad un bivio".
Oltre alla perdita dei primi due mesi e mezzo di stagione (anche giugno ormai è compromesso), sono state annullate anche l'80% delle prenotazioni arrivate tra fine gennaio e febbraio (che rappresentano circa il 70% delle prenotazioni stagionali).
Secondo Faita "lo Stato deve rendere accessibile a tutti il test (tampone). Il turismo deve pretendere questa sicurezza, perché è ciò che ci chiedono per prima i turisti. Noi offriamo vacanze, e queste devono potersi realizzare senza tensione, sospetto o diffidenza del prossimo. L'appello che rivolgiamo al presidente Solinas è di non indugiare".