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“Deve essere chiaro a tutti che la zona arancione in Sardegna è stata determinata dell'incapacità della regione di programmare nei tempi adeguati le risposte all'evolversi dell'emergenza sanitaria. Non corrisponde al vero che ci sia stata una modifica dei parametri di valutazione nella settimana in questione”.
Così, le polemiche al vetriolo, del Capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau, che aggiunge: “La Sardegna ha documentato all'Istituto Superiore di Sanità la presenza di incidenza di casi oltre i cinquant'anni, la presenza di numerosi focolai all'interno di reparti ospedalieri, rsa e case di cura e il superamento del limite del 30% di occupazione dei posti letto di terapia intensiva. Tre dati – sostiene Ganau - che collocavano automaticamente la Sardegna in zona arancione. Cosa che il Ministro non poteva che certificare. Preciso che i dati sono stati trasmessi martedì e quindi da allora la regione era a conoscenza del passaggio in zona arancione, cosa che ha evidentemente omesso di preannunciare. Se ci fosse stato un serio monitoraggio dell'occupazione dei posti letto di terapia intensiva sarebbe bastato attivare quei letti dichiarati 'immediatamente attivabili' (ammesso che lo siano realmente), cosa che non è stata fatta, limitandosi a certificare il superamento dei limiti previsti. Quindi la responsabilità – sottolinea ancora l’esponente del Pd - non può che essere attribuita all'incapacità della regione di rispondere all'evolvere della situazione epidemiologica e sanitaria".
"Bene farebbe il Presidente Solinas a prendere atto della situazione - rincara sempre Ganau - scusandosi e mettendo a disposizione risorse finanziarie per ristorare le attività economiche ulteriormente danneggiate da questa situazione, piuttosto che minacciare improbabili ricorsi a uffici giudiziari – conclude Gianfranco Ganau - che non potrebbero che prendere atto di quanto documentato dagli stessi organi regionali”.