Venerdì 27 settembre si è svolta, in molte piazze mondiali, la giornata mondiale del clima. Tantissimi i giovani che, sulla scia dell’ormai famosa attivista svedese Greta Thuberg, hanno manifestato per chiedere ai grandi della terra, maggiore tutela per l’ambiente.

Sono stati tanti gli interventi politici sulla questione, ancora di attualità e ripresa, oggi, dal Sindaco di Ploaghe Carlo Sotgiu.

“Nei giorni scorsi –  queste le sue parole –  ho letto diversi commenti critici sui giovani che lo scorso 27 settembre hanno partecipato alla manifestazione “fridays for future”. Qualcuno li ha accusati di appartenere a una sorta di setta di lobotomizzati “climaticamente corretti”, qualcun altro li ha definiti giovani “gretini”, altri ancora li condannano come i maggiori fruitori di tecnologia e consumi mentre i più benevoli li considerano banalmente non sufficientemente consapevoli e contradittori". 

“La loro colpa principale – sottolinea Sotgiu –  è quella di farsi guidare da una ragazza divenuta troppo facilmente un’icona mondiale, suscitando reazioni controverse e, com’è logico, antipatie. Personalmente non ho mai avuto una particolare simpatia per la giovane Greta, tantomeno sono attratto da un approccio ideologico ad un tema fondamentale come quello dello sviluppo sostenibile, per il quale occorre visione e competenza tecnica (soprattutto rispetto al connubio energia/ambiente)”.

A suo modo di vedere “Resta il fatto che grazie a questi giovani il tema della sostenibilità è ritornato ad essere centrale dal punto di vista mediatico e politico. Ai giovani non possiamo chiedere di essere diversi da loro stessi, non possiamo accusarli di vivere nel mondo che noi adulti abbiamo costruito per loro (un mondo energivoro e tecnologico), non possiamo pretendere che non siano degli adolescenti che, per loro natura, sognano, se non di cambiare il mondo, almeno di migliorarlo, pur nelle loro contraddizioni”. 

“Tantomeno –  rimarca – possiamo trincerarci dietro queste accuse volgendo il nostro sguardo altrove, come se non ci fossero grandi potenze mondiali che non hanno voluto sottoscrivere gli accordi di Parigi sul clima, come se certi fenomeni non siano sotto gli occhi di tutti, come se non fossimo consapevoli che rischiamo di lasciare un’eredità pesantissima ai nostri figli”. 

“Allora – conclude il primo cittadino –  forse è il caso di essere meno severi con loro, ed esserlo maggiormente con noi stessi e con chi ha ruoli di responsabilità perché questa è una partita per cui non è detto che ci siano i tempi di recupero”.