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La violenta aggressione di fronte alla Basilica di Bonaria, avvenuta il 19 ottobre scorso, è culminata con l'arresto di un nigeriano, Franceis Agbonlahor, 37 anni, accusato di tentato omicidio. Il giovane si trova in cella a Uta, a disposizione dell'autorità giudiziaria, mentre la vittima, un connazionale, è ricoverato in ospedale con un polmone perforato e con una prognosi di 30 giorni.
Le serrate indagini da parte della Squadra Mobile hanno condotto in poco tempo al fermo dell’uomo: gli investigatori della Mobile, coordinate dal dottor Roberto Pititto, grazie all'ausilio delle immagini delle telecamere presenti in zona, hanno dunque permesso di effettuare un blitz in casa sua a Selargius e di ammanettarlo.
L’episodio
Intorno alle ore 19.55 del 19 ottobre, la Squadra Volante della Questura di Cagliari interveniva nelle adiacenze della Basilica di N.S. di Bonaria, in quanto era stata segnalata la presenza di un extracomunitario appena accoltellato da un individuo che si era dato alla fuga. Gli operatori della Polizia di Stato constatavano la presenza di un uomo di colore il quale, seduto sul marciapiede, evidenziava un’importante fuoriuscita di sostanza ematica, sia dal braccio sinistro che dalla schiena, motivo per cui veniva sollecitato l’intervento di personale del 118.
Sul posto venivano identificate ed escusse a sommarie informazioni alcune persone che si erano prodigate per soccorrere il ferito e chiamare i soccorsi; dopodiché, venivano avviate le ricerche del sospettato, sulla base delle descrizioni fornite dalla vittima e dai testimoni.
Fin da subito gli Agenti della Squadra Mobile intervenuti sul posto cercavano di individuare tra i sospettati un soggetto nigeriano, identificato nel Agbonlahor Francies nato in Nigeria il 14/03/1982, senza fissa dimora, il quale era stato identificato proprio presso la Basilica di Bonaria e recava precedenti della stessa natura nei confronti di altri extracomunitari questuanti presso altri luoghi di culto.
Dalle immagini acquisite si poteva osservare la dinamica dei fatti in questione pur non distinguendosi i tratti somatici dei due soggetti coinvolti; in particolare risultava chiara la premeditazione del fatto: l’aggressore, di statura media, indossante giubbotto scuro, pantaloni chiari e cappellino con visiera, dopo aver percorso velocemente il tratto di marciapiede prospiciente la Basilica, raggiungeva la vittima colpendola ripetutamente sul corpo con un oggetto non meglio identificato, poi risultato essere una porzione di una bottiglia di vetro appuntita, per poi darsi alla fuga in direzione delle scalinate prospicienti Viale Diaz.
Sul luogo dei fatti veniva constatata la presenza di una scia di sangue che culminava, con la presenza di una vera e propria pozza, successivamente documentata, nel luogo ove verosimilmente era avvenuta l’aggressione.
Presso il Pronto Soccorso, dopo le cure del caso, alla vittima veniva diagnosticata un “trauma cranico non commotivo”, con prognosi di 30 giorni. Il nigeriano veniva riconosciuto dalla vittima come l’autore dell’aggressione subita. Venivano pertanto avviate le attività volte al rintraccio dell’autore del grave atto delittuoso che culminavano nella mattinata di sabato 26, quando lo stesso veniva rintracciato all’interno di un appartamento a Selargius. Sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria per il reato di tentato omicidio, l’uomo è stato condotto presso il carcere di Uta.