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Per comunicare, esprimere solidarietà verso il prossimo, aiutarsi a vicenda ( aggiudu torrau, come si dice in limba), tutti i mezzi sono buoni, specie se poi hanno a che fare con lo sport. Il “pretesto”, ma tra le due cose non si sa quale sia l’una strumentale rispetto all’altra, è il giro della Sardegna in pattini, un’idea, diventata progetto, di Giancarlo Labate, giovane psicologo.
Lo scopo, come precisato lo stesso Labate, è quello di coinvolgere, attraverso i contatti facilitati da una manifestazione sportiva periodica quale può essere, appunto, il tour in pattini di tutte le contrade dell’Isola, le amministrazioni locali in una prospettiva che si concretizzi in appuntamenti di carattere internazionale, forieri di risultati importanti sul piano sportivo, sociale ed economico.
La chiave di lettura dell’iniziativa è imperniata sul concetto de “s’aggiudu torrau”, antico quanto benefico modo di aiutarsi a vicenda, che ora Labate ripropone per sollecitarne il ritorno in tempi in cui ricorrere al baratto può essere utile sia per favorire una coesione sociale mai così necessaria e il beneficio legato allo scambio, per quanto possibile, diretto, senza mediazioni, di beni e servizi.
Intanto, nella giornata di domenica scorsa si è conclusa a Carbonia la 12^ e ultima tappa della prima edizione del giro della Sardegna in pattini che Giancarlo Labate ha percorso lungo itinerari che gli hanno consentito di comunicare con la gente e di spiegare a tutti coloro che lo hanno seguito il senso e lo scopo della sua originale iniziativa.