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Il fegato, cuore e reni espiantati a Patrizia Incollu daranno speranza di vita ad altre persone.
È l’ultimo gesto d’amore e di grande generosità della direttrice del carcere nuorese di Badu 'e Carros.
Il 31 ottobre scorso, dopo 12 giorni di agonia, la commissione interna dell'ospedale San Francesco di Nuoro ha accertato la morte cerebrale della 57enne. Rimase coinvolta nell'incidente stradale avvenuto il 20 ottobre sulla statale 389 Nuoro-Lanusei, in cui morì l'agente di Polizia penitenziaria Peppino Fois, di 53 anni. Quel giorno rientrava da una giornata di lavoro nel carcere di Lanusei a bordo dell'auto guidata da Fois. All'altezza di Janna 'e Ferru lo scontro con un tir che arrivava dalla carreggiata opposta, nel momento in cui il mezzo pesante svoltava per immettersi nel piazzale del distributore di benzina. L'impatto fu violentissimo: l'agente morì sul colpo, la direttrice del carcere, invece, rimase ferita gravemente.
I medici dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione hanno espiantato fegato cuore e reni di Patrizia Incollu che adesso daranno una nuova vita ad altre persone: "E' stato un gesto di grande generosità da parte di Patrizia e della sua famiglia che permetterà ad alcune persone di iniziare una nuova vita - ha detto all'ANSA il primario del reparto Peppino Paffi - La donazione degli organi rimane e sarà sempre il gesto più nobile che in un momento di grande dolore può essere fatto. A nome anche della direzione generale aziendale e di tutto il personale sanitario della Asl n. 3 di Nuoro ringraziamo la famiglia Incollu per questo gesto".
Intanto, da questa mattina, centinaia di persone le stanno rendendo omaggio, nella camera ardente dell'ospedale San Francesco.
I funerali si terranno domani mattina alle 11 a Sassari nella chiesa di San Giuseppe.
I messaggi di cordoglio. Don Gaetano Galia sui Facebook condivide questo ricordo: “Ciao dott.ssa Incollu, per tutti noi Patrizia! Una gran bella persona, una grande donna, forte e decisa, gran senso dell’ironia, grande professionalità, cordiale e ferma nel condurre il carcere, intelligente e comprensiva. In questo momento, non riusciamo a leggere questo disegno di Dio. Tu eri anche una donna di grande fede! Una cosa è certa: se molte istituzioni dello stato funzionano è perché ci sono persone come te, dedite al lavoro, talvolta anche oltre i limiti! Servire lo Stato vuol dire servire i fratelli e le sorelle, in questo caso i reclusi. Riposa in pace grande dottoressa. Vola serena sulle strade del cielo dove non ci saranno più carceri da dirigere né corse da fare per andare da un posto all’altro! Vivi ora nella luce e nella pace! Grazie anche personalmente perché mi hai sempre agevolato il compito di incontrare i fratelli e le sorelle!”.