Nei centri della Barbagia e del Mandrolisai si leva il grido di protesta degli studenti. «La scuola non si tocca, basta con il continuo tentativo di chiudere gli istituti a ogni inizio di anno scolastico».

Nelle scuole superiori di Sorgono, Tonara, Aritzo e Desulo sono stati proclamati tre giorni di autogestione, in linea con quanto si sta verificando nel resto d'Italia. L'Unione degli Studenti, in vista della giornata di mobilitazione del 15 novembre, ha lanciato l'iniziativa che è stata subito portata avanti in diverse scuole di tutta la Sardegna. «Siamo in autogestione da giovedì», fa sapere Massimiliano Lampis, studente della quarta del liceo scientifico di Sorgono e rappresentate dell'Unione degli Studenti della Sardegna.


DIRITTO ALLO STUDIO «Vogliamo rivendicare a gran voce il nostro diritto allo studio. Ci siamo stancati di assistere al solito rimpallo di responsabilità. Non è nemmeno pensabile poter smantellare una scuola. Così si cancella il nostro futuro». Alle giornate di autogestione hanno aderito gli studenti del liceo scientifico e dell'agraria di Sorgono, dell'istituto tecnico commerciale di Aritzo , delle industriali di Tonara e dell'alberghiero di Desulo . «Abbiamo formato gruppi di lavoro su argomenti di vario tipo - spiega Francesco Meleddu, rappresentante degli studenti del liceo scientifico di Sorgono - fortemente legati alle problematiche che affliggono il mondo della scuola. Tra i temi trattati, quelli che riguardano l'importanza delle scuole nei paesi del centro Sardegna, il caro-libri, l'edilizia scolastica, l'omofobia e il femminicidio». 

L'IMPEGNO «Le autogestioni - dice Martina Mereu, rappresentante d'istituto del liceo scientifico di Sorgono - sono un modo di opporsi alle lezioni frontali e segnano un'occasione di dibattito per uno scambio di idee tra noi ragazzi». Gli studenti, dunque, si preparano per la giornata di mobilitazione nazionale programmata per il 15 novembre. «Tutti in piazza per invertire la marcia»: è questo lo slogan che accompagna la protesta e che coinvolgerà anche gli studenti dell'Università. «Quest'anno abbiamo dovuto lottare per impedire che la nostra scuola chiudesse i battenti - dice Martina, studentessa delle industriali di Tonara -. È stata dura, ma siamo riusciti a portare a casa il risultato. Anche noi abbiamo convocato l'assemblea autogestita per far sentire la nostra voce e chiedere che l'istruzione nei nostri paesi non venga mai negata».