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“Ho scoperto di avere la leucemia a maggio del 2019, pensa che per la Cavalcata a Sassari stavo sfilando in costume con la mia famiglia, non sapevo ancora nulla, poi, giorni dopo, seppi della mia malattia e mi crollò il mondo addosso. Mi son detta che faccio? Con forza, coraggio e con il sorriso mi sono guardata allo specchio e mi son ripetuta tante e tante volte devo farcela, devo combattere, devo farlo per le mie due bambine, per la mia famiglia, per chi crede in me. E’ vero, ho sofferto tantissimo, ho pregato tanto e non mi sentivo sola, non ho mai pianto davanti ai miei cari, non se lo meritavano, ho pianto da sola, non mi sono isolata dal mondo. Ho detto a tutti del mio calvario, della mia malattia, perché quando ti senti il peso di un qualcosa, forse insormontabile, hai bisogno di confrontarti, avevo bisogno di sentire gli aspetti e le persone positive proprio da chi soffriva come me e capiva ancora di più. Mio fratello Giuseppe, carabiniere, sposato a Genova, mi disse: Glo, Ce la dobbiamo fare. E così sarà”.
E’ un ‘fiume in piena’ la 38enne Gloria Congiu, mamma e donna-coraggio, che ha accettato la nostra intervista su Sardegna Live per dire tante cose di sé, per ringraziare tante persone e per dare coraggio e grinta a chi forse ne ha davvero poca e vorrebbe un aiuto, seppur piccolo, di speranza. Al civico 22 di Viale Calamosca, a Cagliari, Gloria abita dal 2009 insieme ad Efisio Spanu, suo marito, militare in Esercito e con le due meravigliose bambine, Elena, 14 anni, la suonatrice di launeddas e la più piccina, Emilia, di appena 6.
Gloria, originaria di Escalaplano, laureata in Scienze del Servizio Sociale, ha un passato da assessore ai Servizi Sociali nel suo paese d’origine, è un’assistente sociale ed è dipendente comunale a Goni; è anche presidente del gruppo folk San Sebastiano, ad Escalaplano: una vita scandita da un fortissimo attaccamento alla vita, alle passioni, funestata dal terribile verdetto dei medici pronunciatole mesi fa: “Signora, Lei ha la leucemia”.
L'esordio
“Il 25 maggio del 2019 – ricorda Gloria – è una data che ci ha segnato, perché è da lì che la vita ti mette alla prova, la leucemia da tante sofferenze, tantissime, ma nel dolore, in fondo al tunnel, trovi la luce, ti incoraggiano tantissimo i veri amici, le vere amiche, mio marito, i miei genitori, le mie figlie e poi la mia seconda famiglia, ovvero i medici, tutto il personale infermieristico del Businco Oncologico di Cagliari, un esercito di persone che si ammazzano dalla mattina alla sera, preparati, umanamente pronti a starti sempre vicina, ad aiutarti in tutto, eppure – aggiunge Gloria – lo dico apertamente senza paura, non capisco perché nel 2020 ci sia ancora il problema di pochi infermieri e pochissimi medici, una carenza di personale che fa paura, eppure in quel palazzone tra l’Ematologia al sesto e il Centro Trapianti al 7° piano, ci sono degli angeli, quelli veri, che si fanno in quattro per i pazienti. E’ giusto dirlo – continua la donna – l’ho toccato sulla mia pelle”.
Il regalo di Natale: l'armonia delle launeddas
Elena, 14 anni, ha suonato le launeddas in corsia d’ospedale per la mamma, lo ha fatto insieme al sodalizio folk San Sebastiano, che insieme al fotografo Pierino Vargiu e Angela Mereu, hanno incorniciato il più bel regalo che una mamma può ricevere dalla propria bambina. Attraverso la vetrata della camera sterile del reparto, Gloria Congiu ha ricevuto il più bel dono in assoluto: “E’ uno dei tanti ricordi che porterò sempre con me – dice – sensibilità e altruismo in casa sono sempre stati qualcosa che ci hanno accomunato, nelle gioie e nel dolore, solo così ognuno di noi può andare avanti”.
Dopo il trapianto, la vita continua
“Il 14 novembre 2019 – racconta Gloria Congiu – è un’altra data da segnare, il trapianto, un donatore maschio a cui ho scritto una lettera e che gli sarà recapitata tramite la banca dati internazionale dell’associazione trapianti di midollo osseo, riceverà ciò che gli ho scritto col cuore. Il mio percorso nei prossimi mesi proseguirà, controlli su controlli, sarà lungo ma lo affronterò. Il mio donatore? Non saprò mai, come da protocollo e da prassi, chi è e dove abita, ma lui saprà con certezza che mi ha ridato una seconda vita”.
(Si ringrazia, per il contributo fotografico, Pierino Vargiu e Riccardo Meloni)
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