C’era un conto in sospeso con la storia. Con la storia delle launeddas nel Sinis, penisola della Sardegna centro-occidentale ricca di inestimabili patrimoni materiali e immateriali. Tanti, noti o notissimi, altri forse meno, in rapporto all’importanza dei valori da far conoscere e trasmettere, e per svariate ragioni. Tra questi ultimi, ci sono anche le launeddas: suono, cultura, storia e tradizione. Terreno fertile, con potenzialità infinite, in cui l’antico e mai domo strumento è cresciuto con radici autoctone in quanto a stile ed espressione dei suoni nei quali la gente del Sinis si è sempre riconosciuta.
Sabato prossimo, 29 luglio, dalle ore 19.00, chi vorrà essere presente al 1° festival delle launeddas nel Sinis avrà tutto il tempo per ascoltare e approfondire, con particolare riferimento all’incantevole territorio del Sinis il “fenomeno launeddas”, assurto nel tempo, con la sua storia millenaria, a carta d’identità musicale della nostra Isola.
A volere lo straordinario evento non poteva essere altri se non chi aspettava l’occasione del Festival come un sogno serbato nel cassetto sin da bambino e che prima o poi sarebbe riuscito a realizzare.
Parliamo di Stefano Pinna, deus ex machina, non solo dell’organizzazione, ma proprio di tutto, perché i requisiti sono quelli che gli hanno consentito di diventare un bravissimo suonatore di launeddas, ottimo maestro di tanti allievi, direttore di un’orchestra di launeddas e socio fondatore dell’Associazione Culturale “Launeddas del Sinis”. È lui che ha raccolto lo scettro della tradizione dell’ancestrale strumento nel Sinis. Per suonarlo e valorizzarlo in tutte le sue espressioni.
È da tempo che Stefano aveva le idee chiare riguardo a ciò che avrebbe fatto con le launeddas. Oggi, infatti, in merito al 1° Festival di launeddas nel Sinis, parla non tanto di sogno quanto di un vero e proprio obiettivo realizzato.
“Il festival era qualcosa - dice Stefano Pinna - che già avevo in mente da tempo e con la nascita dell'Associazione Culturale “Launeddas del Sinis” ho realizzato questo importante obiettivo. È stato creato per divulgare e tutelare lo stile tipico del nostro Sinis. Sarà un festival itinerante. Ogni anno si cercherà di individuare un paese, località o sito importante per far conoscere sempre di più le nostre tradizioni e la nostra cultura. Quest'anno è stato scelto San Giovanni di Sinis, culla del nostro territorio”.
Dunque, sarà gran festa domani a San Giovanni di Sinis. Né mancherà l’intero mondo delle launeddas isolane, con suonatori solisti e orchestre al centro dello storico evento. Non solo musica, naturalmente, perché la realtà sempre più entusiasmante del nostro antico quanto umile e leggendario strumento, è quella aperta ineluttabilmente allo studio e all’analisi del “fenomeno launeddas” che da almeno un trentennio viaggiano costantemente a vele spiegate. A testimoniarlo, soprattutto, i tantissimi giovani, bambini compresi, pronti domani ad essere anch’essi protagonisti.