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Graziano Mesina al suo arrivo a Orgosolo (Nuoro) con l'avvocata Beatrice Goddi, subito dopo la scarcerazione dal carcere di Nuoro dopo sei anni per decorrenza dei termini, 7 giugno 2019. ANSA/ MARIA GIOVANNA FOSSATI
"Finalmente respiro l'aria del mio paese. Sono felicissimo, non me lo aspettavo". Queste le prime parole di Graziano Mesina al suo arrivo a Orgosolo con l'avvocato Beatrice Goddi, subito dopo la scarcerazione dal carcere di Nuoro dopo sei anni per decorrenza dei termini.
I MOTIVI DELLA SCARCERAZIONE"Dal giorno del suo arresto - ha spiegato l'avvocato Maria Luisa Venier -nel giugno del 2013 ad oggi sono sei anni esatti e Graziano Mesina è ancora in attesa di giudizio. Deve uscire dal carcere per decorrenza dei termini della custodia cautelare. La legge dice che un cittadino in Italia non può essere detenuto più di sei anni in condizione di misura cautelare. Mesina è ancora in attesa di giudizio: la sentenza della Corte d'appello di Cagliari con le motivazioni non è stata ancora depositata. Per cui la Corte d'appello ha disposto la scarcerazione. Ora resta libero fino alla sentenza definitiva della Cassazione",
LE PRIME DICHIARAZIONI DI MESINA"E' tutto cambiato in sei anni. Stavo andando alla vecchia caserma, anche quella è nuova", ha detto con un sorriso Graziano Mesina prima di entrare nella nuova sede che ospita la stazione dei carabinieri di Orgosolo, inaugurata a fine maggio.
Dopo aver lasciato il carcere nuorese di Badu 'e Carros, Mesina è arrivato nel suo paese natio alle 17.30, accompagnato da una delle sue due legali. Per l'ex primula rossa del banditismo sardo, condannato a 30 anni in appello per traffico di droga ma in attesa della sentenza definitiva della Cassazione, è stato disposto l'obbligo di firma giornaliero e non potrà uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle 6.
LA STORIA E' tornato libero alla sua Orgosolo passando dalla porta principale del carcere nuorese di Badu 'e Carros, Graziano Mesina, l'ex primula rossa del Supramonte diventato famoso per le sue rocambolesche evasioni.
La prima addirittura nel maggio del 1960 quando - raccontano le cronache di allora -, arrestato per aver sparato in luogo pubblico, scappo' dalla caserma dei carabinieri. E poi la fuga dall'ospedale San Francesco di Nuoro calandosi da un tubo dell'acqua dove rimase nascosto per giorni, l'evasione da Badu 'e Carros e quindi dal carcere San Sebastiano di Sassari lanciandosi da un muro assieme al fido complice Miguel Atienza.
Tento' anche la fuga dalla toilette di un treno in corsa durante un trasferimento ma venne subito ripreso. Una vita per molti versi leggendaria, nella Sardegna di quegli anni, con molti amori attribuiti, mentre imperversava nella sua Barbagia, ma soprattutto con omicidi e sequestri di persona.
Dopo diversi anni in carcere, nel 1992 ottenne la liberta' condizionale per stabilirsi nell'Astigiano. Divenne protagonista nella vicenda del sequestro del piccolo Farouk Kassam, proponendosi durante uno dei suoi permessi come mediatore. Il 25 novembre 2004, in seguito alla grazia concessagli dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Mesina lascio' il carcere di Voghera per fare ritorno da uomo libero nella sua Orgosolo.
Complessivamente aveva trascorso circa 40 anni in cella, 5 da latitante e 11 agli arresti domiciliari. Tornato a Orgosolo aveva avviato un'attivita' come guida turistica, accompagnando visitatori curiosi nel suo ex regno barbaricino teatro di omocidi e sequestri di persona, ma il 10 giugno 2013, all'eta di 71 anni, venne arrestato per traffico di droga. La condanna a 30 anni di carcere, con la revoca della grazia, venne emessa il 12 dicembre 2016.
Oggi, tornato libero per decorrenza dei termini, seppure molto provato - come riferito dai suoi legali - si appresta a un'altra battaglia legale, una volta depositata la sentenza emessa sei anni fa, davanti alla Corte di Cassazione.