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Ho conosciuto Gino qualche anno fa.
Ero una giovane specializzanda di anestesia, con tanta passione e alla ricerca di un’esperienza grande, forte e segnante come solo EMERGENCY poteva darmi. Così sono sbarcata in Sudan al Salam Centre, centro cardiochirurgico di EMERGENCY in Africa.
Una delle prime sere in cui ero lì, mi invitarono a cena nel container di Gino; mi presentai con dei pantaloni africani, una t-shirt, i capelli arruffati e tutta la mia irriverenza, forse per questo ci fu subito una grande simpatia con Gino.
Lui era l’esatto antidivo, detestava chi lo trattava con melensa adorazione, detestava tutto ciò che era pura vetrina; mi colpì subito per la sua immensa cultura e intelligenza, ma ancora di più la sua genialità e la sua capacità di sognare e rendere reali ideali e utopie in campo sanitario. Nel suo sguardo si leggevano tutte le sue esperienze forti, gli brillavano gli occhi per i sogni da medico e da chirurgo.
Lo ricorderò con il suo sguardo profondo, il suo sorriso accennato e sbeffeggiante, un bicchiere di Campari, le Marlboro rosse e le note della sua amica Mannoia a fare da sottofondo. Non dimenticherò mai la passione che ha saputo trasmettermi, la competenza e professionalità che ha saputo insegnarmi in sala operatoria, come mi ha fatto sentire compresa in un ideale di sanità che ancora latita in Italia e nel mondo.
Ho pensato spesso a lui in quest’anno di duro lavoro in rianimazione Covid, l’ho ringraziato per come si è esposto in pubblico, per il suo costante interesse e soprattutto perché è stato, anche grazie agli insegnamenti di Emergency, che ho avuto la forza e gli strumenti per affrontare questi mesi difficili.
Lo voglio ricordare con il sorriso che mi riservava quando ci siamo incontrati e le parole che mi scrisse nella bandiera che mi diede a fine missione: “Grazie per avermi capito”.
Grazie a te Gino, per avermi insegnato a continuare a credere nella medicina e nell’umanità, grazie per aver contribuito a rendermi il medico che sono diventata. Sentiremo la tua mancanza, ma sappiamo che hai vissuto la tua vita al massimo, donandoti e spendendoti per cause giuste e sacrosante.
Ci mancherai, avremmo avuto ancora bisogno di te.