Commissari e produttori partecipanti al concorso Grenaches du monde 2017 in viaggio nel cuore della Sardegna, tra le terre del Cannonau.

La seconda giornata della manifestazione è stata dedicata all'educational tour (in collaborazione con la Camera di Commercio di Nuoro) tra Dorgali, la valle dell'Oddoene e Nuoro.

I tecnici di Laore hanno guidato una comitiva di oltre cento esperti di vino provenienti da tutto il mondo alla scoperta dei vigneti locali, della cultura e delle tradizioni isolane anche grazie a una apprezzata visita al museo etnografico sardo.

Particolare di colore: i commissari stranieri hanno potuto assaggiare le tipicità locali all'interno di un tipico “pinnettu” sardo. Un'occasione voluta proprio per far conoscere oltre al Cannonau, la storia, la cultura e le tradizioni di questi territori.

Tanti gli spunti di riflessione emersi durante il tour. Grenaches du monde punta infatti a favorire gli scambi tra produttori, addetti ai lavori, comunicatori esperti del settore con l'obiettivo di agevolare le opportunità di sviluppo di uno dei vitigni più coltivati al mondo.

«Oggi, nella degustazione che si è svolta al museo etnografico sardo, c'è stato un primo momento di incontro tra produttori sardi e i commissari – precisa Renzo Peretto, responsabile del comparto viticoltura di Laore Sardegna. - Un passaggio importante perché Grenaches du monde va oltre l'aspetto tecnico del concorso: ha messo le basi per un confronto reciproco tra le aziende sarde e le altre realtà internazionali».

Il primo dei numerosi incontri in programma. La certezza è comunque che il Cannonau, o grenaches, piace. A confermarlo è Marlene Angelloz, presidente mondiale della “Grenaches association”: «Il grenaches piace perché è morbido come il velluto e perché si abbina con tante pietanze, sia con i piatti della cucina mediterranea dove nasce, sia con quelli dei  paesi orientali o del resto del mondo».

Il grenache, poi, prende le sfumature diverse a seconda dei paesi dove viene coltivato.

Un patrimonio diffuso che deve stimolare strategie comuni per l'apertura verso nuovi mercati.

Un aspetto questo fondamentale come spiega Chan Jun Park, giornalista sudcoreano tra i massimi esperti del paese asiatico e commissario del concorso: «In Corea del Sud l'importazione del vino è cominciata a cavallo tra gli anni '80 e '90 – chiarisce -  Un mercato ancora aperto che si rivolge soprattutto a Cile, Spagna e Sud della Francia, e che solo relativamente di recente ha cominciato ad apprezzare i grenaches e le loro diverse declinazioni, con buone opportunità anche per i vini sardi».

Quasi 27 mila ettari di vigneto coltivati in Sardegna di cui 7.500 sono gli ettari di Cannonau. Questo è per la maggior parte (5.500 ettari) coltivato in provincia di Nuoro e Ogliastra (qui il 90% dei vigneti è Cannonau).

In queste zone si produce Cannonau Classico con le sotto denominazioni Nepente di Oliena, Capo Ferrato e Jerzu.