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Cento dipendenti su Sassari, 150 tra Cagliari e Nuoro, 18 invece a Oristano, una settantina su Roma. Sono i numeri del personale in divisa che vive un malessere sociale evidente.
La forte preoccupazione per il continuo ritardo e la mancata erogazione degli stipendi ai vigilantes del Gruppo Secur sono i motivi che hanno indotto la segreteria regionale Uil-Tucs a chiedere urgentemente un faccia a faccia con l’azienda: “Non evidenziamo volontariamente quali e quante competenze risultano inevase – spiega nei dettagli Andrea Lai, segretario regionale - poiché la situazione è variegata sul territorio a seconda dell’appalto o della provenienza dei lavoratori da diverse acquisizioni, ex vigilanza Sardegna, ex Vigilanza Sardegna in appalto Eni, ex SGS, cosa che provoca non poche insofferenze in quanto viene percepita come discriminatoria dai lavoratori che si riconoscono come dipendenti di unica Azienda. La condizione di disperazione in cui versano i dipendenti non è più sostenibile in concomitanza con l’incertezza su una data di possibile pagamento delle spettanze. Su altri territori si ha la delicatezza, per quanto palliativa, di comunicare alle organizzazioni sindacali il rinvio dell’erogazione della quattordicesima mensilità, in Sardegna pare questa incombenza sia ormai superflua e scontata. Veniamo tempestati di comunicazioni di situazioni disperate – aggiunge Lai - alcuni hanno già provveduto a dimettersi per l’impossibilità di anticipare persino il carburante per recarsi a lavoro, mutui, bollette arretrate cessioni del quinto. Per quanto sopra evidenziamo la necessità di un incontro urgente al fine di chiarire tempi e modalità di rientro dei crediti maturati con i nostri assistiti. E nostro dovere significarvi che, nostro malgrado – scrive l segretario generale Uil-Tucs ai vertici Secur - qualora questo invito dovesse rivelarsi vano, procederemo, per i lavoratori che ci conferiranno mandato, al recupero delle somme dovute con deposito delle istanze di ingiunzione presso i tribunali competenti per territorio”.