Nel corso delle attività di verifica degli ecosistemi marini e di monitoraggio ambientale, con particolare riferimento alle aree sottoposte a particolare tutela, come le aree marine protette, gli uomini del 4° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera, in collaborazione con i colleghi della Guardia Costiera di Oristano, hanno effettuato numerose immersioni in area marina protetta finalizzate ad accertare lo stato dell’ecosistema marino e l’eventuale presenza di sostanze e/o materiali inquinanti.

Durante le verifiche effettuate nelle acque antistanti la località “La Caletta“ e “Torre Vecchia”, all'interno della zona "C" dell’area marina protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”, i sommozzatori della Guardia Costiera hanno rinvenuto ben 57 nasse posizionate sul fondale e prive dei necessari segnali identificativi.

Trattandosi di attrezzature da pesca non conformi alle vigenti disposizioni e che, essendo di materiale plastico, costituiscono una forma di inquinamento che può alterare gli equilibri dell’ecosistema marino sottoposto a particolare tutela qual è l’area marina protetta, gli uomini della Motovedetta CP 2101 della Guardia Costiera di Oristano hanno recuperato le nasse che sono state successivamente trasportate presso gli uffici della Capitaneria di porto di Oristano al fine di svolgere le necessarie verifiche.

“L’attività odierna è solo una parte delle attività che quotidianamente i miei uomini svolgono all’interno dell’Area Marina Protetta, anche con l’ausilio del 4° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di Cagliari”, ha affermato il Comandante della Capitaneria di porto di Oristano, Matteo Gragnani. “La tutela dell’ambiente e degli ecosistemi marini, con particolare riferimento alle aree marine protette è uno degli obiettivi fissati a livello centrale dal nostro Comando Generale che io e i miei uomini cerchiamo di garantire impiegando al meglio tutte le risorse disponibili”, ha concluso.