Le elezioni amministrative dello scorso giugno che hanno visto coinvolti 64 comuni della Sardegna, dove si è votato per la prima volta con il meccanismo della doppia preferenza di genere hanno portato di risultati positivi: infatti, le consigliere elette sono state 42, 58 %, per un totale di 109 donne e 147 uomini.

La ricerca è stata condotta da Luisa Marilotti e Franca Mandis ed è stata presentata dall’Associazione Heminas nell’aula Magna “Motzo” della facoltà di studi Umanistici  in località  Sa duchessa a Cagliari.

Le due studiose hanno riconosciuto la validità dello strumento della doppia preferenza, introdotto con la legge nazione 215/12 per dare maggiore equilibrio di genere nei consigli comunali.

Dalla ricerca è emerso che il sistema della doppia preferenza ha in un certo senso fatto da trascinamento per i piccoli centri dove la presenza femminile è aumentata anche se con piccole percentuali.

Tendenzialmente ancora oggi la carica di sindaco rimane una prerogativa maschile, soprattutto nei comuni con più di 5000 abitanti, questo porta ad affermare che più importante è l’incarico,  più prestigioso e meglio remunerato, minore è la percentuale di donne che lo ricoprono. Secondo Marilotti e Mandis i dati della ricerca dicono che il divario di genere esiste già durante la compilazione delle liste e che andrebbero eliminati i luoghi comuni come “ le donne non votano le donne”.