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Mercoledì scorso 6 tecnici della delegazione del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna sono arrivati a Penne, in Abbruzzo, per unirsi alle operazioni di soccorso avviate nell’Hotel Rigopiano.
Si tratta di due Tecnici di Elisoccorso (TE) e quattro Tecnici di Soccorso Alpino (TeSA), rappresentanti le Stazioni di Cagliari, Medio Campidano, Sassari e Nuoro della XXIX Delegazione Alpina, personale specializzato nella movimentazione su terreno innevato, ricerca in valanga e ricerca in macerie, con in dotazione tutte le attrezzature alpinistiche specifiche per tali emergenze.
“Arrivati al COC di Penne verso le 10:30 abbiamo raccolto le prime informazioni su quella che sarebbe stata la nostra missione: controllo sicurezza valanghe, vedetta, filtro con cancelletto Artva e squadra di pronto intervento – raccontano i tecnici -. Subito organizziamo, verifichiamo e distribuiamo l’attrezzatura necessaria e ne risulta che ci porteremo sul campo un solo zaino TE per tutti. Vengono accuratamente controllati da ciascuno i propri GPS, gli Artva, il materiale per l’autosoccorso in valanga, si organizza l’attrezzatura di squadra. Nel primo pomeriggio decidiamo di non portare sul posto picconi e pale in seguito ai racconti dei colleghi di ritorno dal loro turno di lavoro: ormai la neve è come cemento e si scava unicamente con macchinari da movimento terra, dunque ci occuperemo di tutto tranne che degli scavi”.
“Alle 18:30 – continua il racconto dei sei tecnici - ci comunicano che mezz’ora dopo avremmo cenato, per poi alle 20:00 prendere la navetta che ci avrebbe portato alla volta di quel che resta dell’Hotel Rigopiano. Siamo pronti, e dopo un ritardo di 20 minuti non dipendente da noi o dai nostri compagni di squadra Piemontesi, finalmente partiamo. In 50 minuti ci ritroviamo sul posto. Procediamo a dividerci i compiti rapidamente e 3 tecnici rimangono al cancelletto Artva (procedura di verifica sul funzionamento del dispositivo), ogni soccorritore che entra nella zona degli scavi viene munito di tale dispositivo e di conseguenza è questo il momento di attuare le dovute verifiche. Il resto della squadra si imbarca dunque su un mezzo cingolato dei Vigili del fuoco che ci porta davanti ai resti dell’Hotel Rigopiano”.
“Le vedette si portano immediatamente sulle loro postazioni e noi ci ritroviamo sotto gli occhi un paesaggio apocalittico, di quelli a cui non riesci a credere nemmeno vedendoli, e ci colpisce il pensiero che se questo è quello che si vede di notte chissà cosa deve essere di giorno. Non facciamo in tempo ad assimilare questi pensieri che già siamo a lavoro, determinati e concentrati”, spiegano ancora.
“Dopo aver raccolto le dovute informazioni, calziamo i ramponi e subito arriva una richiesta di aiuto da parte dei Carabinieri, un aiuto che i soccorritori non vorrebbero mai dover dare, ma purtroppo capita spesso. Così, insieme, portiamo a valle due salme ritrovate due ore prima, per imbarcarle sul mezzo che le porterà all’ingresso di quello che ormai si è trasformato in un macabro maxicantiere. Torniamo poi su agli scavi, dove quattro grosse scavatrici svolgono un lavoro certosino sotto la guida dei Vigili del fuoco, e dopo circa un’ora vengono ritrovate le ultime due vittime mancanti, l’una vicina all’altra. Siamo di nuovo noi a occuparci di trasportarle a valle. Al termine del compito le scavatrici si fermano, tutto tace per qualche minuto, ma poi ci viene comunicato che per il resto della notte il nostro compito non cambia. Sino alla mattina seguente ci alterniamo nei turni di guardia, di vedetta e al cancelletto, sino a quando alle 9:00 ci imbarchiamo sull’elicottero che ci riporta al Campo Base, concludendo così il nostro primo turno di operatività”.