Se fosse necessario l'Italia potrebbe costruire hotspot anche in Sardegna, durante il periodo estivo, secondo un documento ufficioso (in gergo europeo 'non paper') della presidenza olandese circolato alcuni giorni fa a livello di gruppo di lavoro degli esperti di asilo degli Stati membri.

Nel documento, che si limita a fotografare la situazione della capacità di accoglienza del Paese, senza esprimere alcun giudizio, si parla anche dell'eventualità di costruire hotspot galleggianti. Secondo quanto indicato, i centri di crisi in mare dovrebbero essere capaci di accogliere un migliaio di persone, che dopo lo smistamento dovrebbero essere poi accompagnate a destinazione con imbarcazioni di dimensioni più piccole.

Gli hotspot saranno strutture allestite per identificare rapidamente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti, e saranno create per sostenere i paesi più esposti ai nuovi arrivi (quindi Italia e Grecia ma anche Ungheria, per esempio).

I migranti saranno trattenuti in queste strutture (che in molti casi nasceranno in centri già esistenti e attrezzati) fino alla conclusione di tutte le operazioni di identificazione. La cosa non chiara è come saranno impostati gli hotspot: se si tratterà cioè di aree di accoglienza con l’obiettivo di trasferire chi ha diritto di asilo in altri paesi oppure di luoghi di detenzione per gli immigrati irregolari in attesa di un rimpatrio.