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Questa mattina il Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Sassari ha eseguito tredici ordinanze di custodia cautelare, delle quali 5 in carcere e 8 di sottoposizione agli arresti domiciliari.
Le ordinanza sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale sassarese, che ha accolto le richieste della locale Procura della Repubblica al termine di una articolata attività investigativa avviata in ragione dell’emissione in atmosfera di olezzi prodotti dal fumo proveniente dal campo nomadi di Sassari Piandanna.
Il fumo nocivo rendeva insalubre l’aria anche all’interno del vicino ospedale sassarese ed in particolare nei reparti di neonatologia e di terapia intensiva, generando pericolo soprattutto per i neonati ricoverati per gravi patologie respiratorie, come peraltro segnalato dalla competente ASL.
L'INDAGINE condotta dall’aprile a settembre 2015 dai militari del Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Sassari e coordinata dal Procuratore facente funzione dott. Paolo PIRAS e dal Sostituto Procuratore dott. Mario LEO, ha permesso di disarticolare un sodalizio criminale di etnia rom dedito alla gestione di una discarica non autorizzata, alla combustione illecita di rifiuti, e alla ricettazione, i cui componenti ricoprivano ognuno un ruolo, dall’innesco delle fiamme, alla gestione delle operazioni, all’occultamento delle tracce dei roghi con spargimento di terra ovvero alle attività di vedetta con il compito di avvisare dell’arrivo delle Forze di polizia o dei Vigili del fuoco.
SOLDALIZIO CRIMINALE Nello specifico, l’investigazione ha permesso di accertare come gli indagati avessero depositato abusivamente all’interno del campo nomadi ingenti quantitativi di rifiuti di varia tipologia (carta, cartone, cavi di gomma e plastica, indumenti, mobilio in disuso, rame, ecc..), che smaltivano mediante bruciatura anche al fine di estrarre il rame dai cavi elettrici risultati essere provento di furto, provocando con tale condotta non episodica pericolo concreto ed attuale per l’inquinamento del suolo e dell’aria in relazione alla persistente emissione di fumi tossici in luogo pubblico, contenenti diossina, che in sette circostanze comportava l’intervento dei Vigili del fuoco necessario per arginare le fiamme sprigionatesi, in un caso propagatesi su un terreno limitrofo ove insiste un’abitazione privata.
Nel corso dell’inchiesta sono state effettuate oltre 80 acquisizioni video, dalle quali è stato possibile sia risalire ai responsabili dei reati contestati, tutti identificati e riconosciuti nel corso dei diversi accessi che i militari operanti hanno effettuato all’interno del menzionato campo nomadi, sia addebitare agli indagati almeno 95 roghi (40 nelle ore notturne) in soli 65 giorni.
Nel medesimo contesto, l’area adibita a discarica, pari a circa 1000 m² e del valore complessivo di euro 10.000 circa, è stata sottoposta a sequestro.
Gli arrestati sono stati trasferiti, al termine delle formalità di rito, presso la casa circondariale di Sassari o le rispettive abitazioni.
Il Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Sassari ha operato unitamente a quello di Cagliari, al Comando Provinciale Carabinieri di Sassari ed allo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna.