I medici dell'Università di Cagliari stanno studiando una nuova possibile cura per la lotta contro il coronavirus. Giovanni Caocci (coordinatore scuola specializzazione in Ematologia, ospedale Businco-Aob Brotzu) e Giorgio La Nasa (direttore dipartimento Scienze mediche e sanità pubblica ed Ematologia-Centro trapianti midollo osseo; ospedale Businco-Aob Brotzu) hanno applicato, studiato e osservato le risposte che arrivano dal Ruxolinitib nel trattamento dell'infezione da Covid-19.

"È un immunomodulante anti-citochinico, inibitore del gene Jak2. In ematologia lo usiamo nel trattamento della Mielofibrosi idiopatica e nella Linfoistiocitosi emofagocitica", spiega La Nasa. "Il Ruxolitinib - precisa Caocci - ha proprietà marcatamente anti-infiammatorie che utilizziamo in alcune patologie emato-oncologiche. Nel reparto di ematologia dell'ospedale Oncologico abbiamo utilizzato il farmaco in un paziente con una grave complicazione polmonare da linfoistiocitosi emofagocitica. Si tratta di una malattia rara con una 'tempesta infiammatori' che porta a una grave insufficienza respiratoria. Ovvero, quanto accade nei pazienti Covid destinati in terapia intensiva".

"Con il nostro paziente - ancora Caocci - abbiamo ottenuto il controllo della complicanza. Da qui l'idea di proporre un protocollo di trattamento basato sul Ruxolitinib nei pazienti Covid che presentino questa 'tempesta infiammatoria' causata da molecole che si chiamano interleukine e portano rapidamente all'insufficienza respiratoria".

Un protocollo di trattamento approvato e pubblicato anche sugli Annals of Hematology. "Hanno accettato subito la nostra lettera. In effetti, siamo stati tra i primi a intuire che il farmaco poteva condurre a un protocollo operativo e clinico. Una fase  che pochi giorni dopo la nostra lettera, è stata portata avanti, dopo i pareri dell'Aifa (Agenzia del farmaco italiana, ndr), dalla Novartis".