Si è aperto oggi ad Arzachena un tavolo di crisi per affrontare l'emergenza lavoro che rischia di travolgere decine di imprese locali che continuano a ricevere disdette e sospensioni dei contratti da parte dei milionari russi che hanno proprietà in Costa Smeralda e che sono stati messi al bando dalle sanzioni adottate dall'Ue contro gli oligarchi che sostengono Putin.

Il vertice, dopo un primo allarme lanciato dalla Cisl Gallura, è stato convocato dal sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, che ha coinvolto tutte le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria.

"Investiremo della questione anche la Regione perché temiamo che questa situazione possa travolgere oltre un migliaio di lavoratori fra diretti e indotto, ed è necessario predisporre degli interventi adeguati a sostegno di chi rischia il posto di lavoro", spiega il segretario della Cisl Gallura, Mirko Idili.

Sulla stessa linea la segretaria della Cgil Gallura, Luisa Di Lorenzo: "È chiaro e siamo tutti d'accordo che la guerra debba finire quanto prima e che il vero prezzo lo stia pagando la popolazione ucraina, ma allo stesso tempo non dobbiamo lasciare soli i lavoratori e le imprese locali coinvolte loro malgrado".

Il tavolo di crisi redigerà un documento ufficiale da inviare alla Regione Sardegna affinché si adottino delle iniziative a favore dei lavoratori, e non solo di quello locali: "La nostra attenzione è rivolta anche ai lavoratori ucraini che per via del conflitto non possono lavorare nella loro terra e che vorremmo accogliere qui", spiega il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca.

Intanto sulle banchine di Porto Cervo, dove la prossima estate non arriveranno i mega yacht dei russi, attualmente si trovano i tender di quelle imbarcazioni, mentre nulla trapela, ufficialmente, sul futuro delle proprietà immobiliari della Costa Smeralda che i vip russi potrebbero decidere di mettere presto in vendita.