"Le armi che alimentano questa guerra sono un elemento decisivo. Proprio pochi giorni fa da Cagliari sono partiti missili verso la Siria, prodotti e venduti da imprese italiane. L'Italia, assieme alla Francia, è tra i maggiori esportatori di armi da guerra nelle regioni arabe, nonostante ci sia nel nostro Paese una legge del 1990 che vieterebbe la vendita di armi a Paesi in guerra".

Lo si legge nell'editoriale in prima pagina del quotidiano cattolico 'Avvenire', scritto da Luigino Bruni.

Bruni prosegue: "I politici che piangono, magari sinceramente, e dichiarano lotta senza quartiere al terrorismo, sono gli stessi che non fanno nulla per ridurre l'export di armi e che difendono queste industrie nazionali che muovono grosse quote di pil e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Non si può nutrire la male che si vuole combattere. E noi lo stiamo facendo, da molti anni". 

Per Bruni "il Presidente francese Hollande ha sbagliato a parlare di 'vendetta'. La vendetta non deve mai essere la reazione dei popoli civili. La sconfitta più grande sarebbe far tornare parole come 'vendetta' nel lessico delle nostre democrazie".