PHOTO
In principio, le facciate delle case di Orgosolo erano come una tela bianca pronta ad assorbire la creatività di chi vi si fosse imbattuto. Fu il gruppo Dioniso, un collettivo anarchico milanese, a realizzare il primo murale in paese nel 1969 in occasione della celebre rivolta di Pratobello, quando la popolazione si oppose pacificamente alla costruzione di un poligono militare nei pascoli demaniali. Un input decisivo, raccolto qualche anno più tardi, nel 1975, dall’insegnante toscano Francesco Del Casino per celebrare il trentennale della Liberazione dal nazifascismo e i partigiani della Resistenza. Del Casino, originario di Siena, era sposato a Orgosolo e lavorava presso la scuola media del paese. Così guidò i suoi alunni nella realizzazione di un’altra dozzina di opere lungo il corso Repubblica avviando definitivamente una nuova tendenza artistica.
Fu un momento felice per la storia della comunità, già di per sé luogo di intensi fermenti sociali, culturali e politici, che da quel momento divenne punto di riferimento per gli amanti e i protagonisti della street art ritagliandosi nel tempo un importante spazio anche in ambito turistico, complice la storia del territorio, il fascino paesaggistico del Supramonte e il nutrito patrimonio delle tradizioni popolari.
In seguito all’esperienza proposta da Del Casino si registrarono numerosi interventi di gruppi esterni alla scuola. I temi trattati venivano concordati con la popolazione, favorevolmente colpita dall'iniziativa. Molti gli artisti locali e isolani coinvolti, fra cui il pittore orgolese Pasquale Buesca e il gruppo culturale Le Api. I dipinti in stile principalmente cubista raccontano storie di vita quotidiana e contadina, affrontano spesso problematiche legate alla popolazione del posto e alla Sardegna come la lotta ai soprusi e al potere e il malessere sociale. Ma si misurano anche con i principali avvenimenti storici e sociali italiani e mondiali come guerre, emancipazione femminile, emigrazione, omaggiando personaggi e intellettuali del '900 (De André, Gandhi, Nivola, Gramsci).
Oggi ad Orgosolo si contano più di 200 murales che ormai hanno disegnato in maniera significativa la geografia del paese trasformandolo a tutti gli effetti in un museo a cielo aperto e in una delle mete di maggior richiamo per chi intende scoprire la Sardegna. Le passeggiate per le vie del centro storico diventano così momento di memoria e riflessione, accendendo non di rado il dibattito fra i visitatori rispetto alle opinioni proposte su vicende spesso ancora attuali.