I pastori sardi non parteciperanno ai lavori della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, giovedì prossimo. Alla base della decisione il fatto che nella convocazione per una delegazione di soli due allevatori viene specificato che la loro presenza sarà solo quella di "auditori".

"Quindi i pastori non potranno essere parte attiva e, contrariamente a quanto promesso il 20 ottobre, potranno solo ascoltare - stigmatizzano i pastori sollecitando una diversa formula di convocazione - In tal caso prendiamo atto del fatto che la politica sarda sia ben lontana dal voler sentire e creare una proficua collaborazione diretta con chi, manifestando in piazza, ha portato all'attenzione di tutti, le problematiche scaturite dalla stessa rappresentanza politica. Ci è stato negato il diritto di parola e noi non presenzieremo in Commissione se non verranno cambiati i criteri in tempi celeri".

Gli allevatori sono inoltre intenzionati a chiedere un incontro al Prefetto per manifestare il proprio disappunto e spiegare le ragioni che hanno portato la manifestazione del 20 ottobre: Pac e Psr, prevenzione epizoozie, virus e calamità ambientali, istituzione cassa continua, movimentazione capi bovini e suini, pagamenti misure pregresse e indennizzi, calcolo costi di produzione ( latte e carni), riorganizzazione delle tre agenzie regionali e rincari delle bollette e delle materie prime.

"In occasione della protesta dei pastori, vi è stato un incontro tenutosi nel palazzo del Consiglio regionale, alla presenza di tutti i capigruppo e del presidente Pais, conclusosi con l'impegno da parte dei suddetti, di convocare in V Commissione una delegazione di pastori, alla presenza dell'assessore all'Agricoltura Gabriella Murgia, per discutere i punti citati durante l'incontro - ricordano i pastori - sono stati gli stessi capigruppo a avallare la partecipazione di una delegazione degli allevatori, dichiarando di volere 'lavorare insieme per costruire una legge da presentare al Consiglio regionale'".