“Non si può andare avanti. Siamo veramente in una situazione surreale. Oggi, con una nota della ASL, veniamo informati che non ci sarà nessuna chiamata ai medici in affitto. Il pronto soccorso di Iglesias torna a chiudere”. Sono parole piene di rabbia quelle comunicate in una nota stampa dalla consigliera regionale di Idea Sardegna, Carla Cuccu, segretaria della commissione Sanità.

Dopo aver contattato ieri in serata l’assessore dell’Igiene, Sanità e dell’Assistenza sociale, la consigliera ha ribadito la disponibilità dei medici ma la totale assenza di volontà da parte della ASL di mantenere aperto il pronto soccorso. “Il sindacato, insieme ai lavoratori, rimarranno a presidiare il loro posto di lavoro, fino alla soluzione del problema. Io sarò con loro. Non intendo accettare, dopo tante battaglie, che questa situazione prosegua nel silenzio di tutti” afferma Carla Cuccu. E conclude: “Servono azioni mirate a risolvere questo sabotaggio, dove viene negato il diritto alla salute ai cittadini di Iglesias, dei paesi vicini e di tutta la Sardegna.
Ora basta”.

Il pronto soccorso del capoluogo sulcitano era già stato chiuso la scorsa estate per i “troppi medici in malattia” dell’ospedale Sirai di Carbonia, e quelli di Iglesias erano stati temporaneamente trasferiti lì “per soli 3 giorni”. Tre giorni che poi sono diventati quasi 3 mesi, nonostante le numerose mobilitazioni dell’intero Sulcis sotto il palazzo del Consiglio regionale. L’unico pronto soccorso attivo in zona, e che ha dovuto servire quindi 21 Comuni, era quello dell’ospedale di Carbonia, dove vigeva il caos a causa delle numerose richieste.