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Quando una passione sorta durante l’adolescenza è talmente forte che si unisce strettamente al lavoro durante l’età adulta, possono nascere progetti interessanti. E, se questi progetti rappresentano delle vere e proprie missioni per il bene altrui, non possono passare inosservati.
È ciò che ci insegna il particolare e grandioso lavoro di Luca Mula, strumentista di sala operatoria presso l’ospedale CTO di Iglesias, di cui è originario, e fotografo.
Luca ha deciso di raccontare, attraverso una serie di foto scattate durante gli interventi chirurgici, l’attività dei colleghi strumentisti, chirurghi e anestesisti. Ma non pensate a foto “splatter” o poco discrete, si tratta infatti di immagini eleganti, pulite ed essenziali, rigorosamente in bianco e nero, con un importante obiettivo: “Far passare la paura dell’ignoto e del dolore che spesso viene associata alla sala operatoria”, dice Luca Mula ai microfoni di Sardegna Live.
Strumentista di sala operatoria dal 2007, Luca ha riscoperto 2 anni e mezzo fa, durante un turno di lavoro, la passione per la fotografia che lo faceva impazzire da ragazzino. “Improvvisamente ho colto, tra i ferri e gli sguardi dei miei colleghi che stavano operando, uno scorcio bellissimo – spiega – So che potrebbe sembrare macabro (ride), ma io ho provato l’irrefrenabile desiderio di immortalare il momento, in particolar modo gli sguardi di chi operava, che rappresentavano in pieno ciò che si stava svolgendo, ed era una cosa positiva perché si opera per fare del bene, anche se la sala operatoria è comunemente associata all’ansia e alla paura”.
Così Luca pensò immediatamente a “una serie di foto scattate durante gli interventi, molto discrete, in bianco e nero per essere più essenziali ed eleganti possibili ed evitare il rosso, colore associato al pericolo, come il sangue”. Ma, ovviamente, per farle occorreva un’autorizzazione ufficiale. “Esposi il mio progetto alla Asl e sia la dottoressa Alberti che la dottoressa Campus lo accolsero immediatamente – afferma Luca Mula – e questo non era per nulla scontato, considerato che sono il secondo in tutta Italia ad aver avuto questa idea, prima di me lo aveva fatto un fotografo pugliese a Reggio Emilia”.
“Tutte le mie foto, che raccontano la vita in sala operatoria, meritavano di essere viste da più persone possibili, così ho organizzato una mostra presso il portico di Iglesias, nel cuore del centro storico cittadino, che ha avuto un successo inaspettato, e il 20 marzo ci sarà un’altra esposizione delle mie foto, stavolta a Cagliari”.
Certamente una serie di fotografie che non si vedono tutti i giorni, “Voglio che le persone capiscano che in sala operatoria ci sono volti umani che esprimono emozioni – dice ancora lo strumentista – e mi piace l’idea di rappresentare la sala operatoria come una vera e propria danza, con tanto di ritmi e sincronizzazioni tra le persone che ci lavorano, cercando di togliere la freddezza che la caratterizza e conferire umanità, calore, arte, serenità ed emozioni positive”.