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Importanze iniziativa culturale sabato 13 gennaio a Bessude. Per celebrare questa importante ricorrenza, l’Associazione Promeilogu, in collaborazione con il Comune, la Pro loco e la Parrocchia, ha organizzato un convegno in ricordo della figura di Padre Francesco Carboni, a duecento anni dalla morte.
Nato a Bonnanaro il 12 marzo 1746, Carboni affrontò gli studi a Sassari. All’età di 18 anni entra a far parte della Compagnia di Gesù, dove insegna nelle scuole inferiori di quest’ordine prima a Sassari e poi a Cagliari.
Un’importante produzione poetica, la sua, sia in latino che in italiano, tanto che una buona parte delle sue opere venne pubblicata dal fratello teologo Giovanni Andrea, parroco di Bessude, nel 1774 con il titolo di “Poesie italiane e latine”, con dedica a don Antonio Manca marchese di Montemaggiore e duca dell'Asinara.
Nel 1772 vedono la luce due dei tre libri sulla malaria, denominati “De sardoa intemperie”, che gli diedero grande fama.
Dopo la soppressione dell’ordine, dopo un periodo laico, Carboni decide di farsi sacerdote. Successivamente, viene chiamato ad insegnare grammatica e retorica prima ad Alghero, dove compone il poemetto didascalico in esametri latini “De coralliis”, e poi a Cagliari.
Nominato prefetto delle scuole regie di S. Croce e poi di S. Teresa, nel 1788 8 il re Vittorio Amedeo III, gli conferisce la cattedra di eloquenza latina all'Università. del 1784 sono i due poemi “De extrema Christi coena” mentre nel 1792 pubblicò, con lo pseudonimo di abate Onesimo Odolla, un opuscolo aspramente criticato dal punto di visto, morale, religioso e politico.
Dopo aver lasciato Cagliari nel 1795, per ordine del viceré, si reca a Torino e viene ricevuto dal re Vittorio Amedeo III per difendersi dalle accuse. Una mossa che, tuttavia non gli permise di ritornare ai suoi incarichi ma di conservare lo stipendio di docente.
Inizia così un viaggio per l’Italia dove, grazie alla sua fama, le varie accademie fanno gara per averlo al loro servizio. Su proposta del vescovo e suo amico personale, Gregorio Barnaba Chiaramonti, futuro papa col nome di Pio VII, gli viene conferita la cittadinanza onoraria a Imola.
Trascorre gli ultimi 22 anni di vita a Bessude dove, circondato dall'affetto dei familiari ed amorevolmente accudito da due sorelle, acquisisce un pezzo di terreno. La cura della vigna e del frutteto si alternano alla lettura e alla produzione letteraria. Anche nel piccolo paese del Meilogu continua a mantenere i contatti con il mondo che lo ha visto protagonista. A casa dei nobili Marongio ha modo di continuare la sua opera di maestro facendo da precettore ai giovani figli di Don Diego, Gaetano ed Emanuele. Mori a Bessude il 20 aprile 1817. Le sue spogli riposano nella Chiesa parrocchiale di San Martino.
Il programma partirà alle 17.00, presso “Sas Domos de sas Damas” in via Roma 24, con la presentazione dell’evento curata dal professor Gavino Cabras. Le relazioni saranno curati da Alessandro Ponzeletti (Francesco Carboni, vita e opere), Giuseppe Zichi (la Sardegna ai tempi di padre Carboni: dalla Spagna al Piemonte sabaudo tra
riforme e moti insurrezionali), Guglielmo Pireddu (La presenza dei gesuiti in Sardegna), Nadia Spanu e Lina Solinas (Lettere di Francesco Carboni a Raimondo Rossi). Per l’occasione sarà allestita una mostra documentaria sulla vita e le opere di padre Carboni.