Dopo un primo momento dedicato alle formazioni di canto a tenore, ad Aritzo si rinnova l'appuntamento con la manifestazione "Il canto popolare in Sardegna, tradizione e innovazione a confronto". Protagonisti dell'evento, stavolta, saranno i cori polifonici provenienti da diverse aree dell'Isola su invito dell'amministrazione comunale e della locale Pro Loco, che ha giocato un ruolo chiave nell'organizzazione.

IL PROGRAMMA. La giornata di sabato 17 dicembre sarà scandita da due appuntamenti, alle ore 15.30, presso l'aula consiliare del Comune di Aritzo, si terrà un convegno che vedrà come relatori gli etnomusicologi Roberto Milleddu e Gigi Oliva e il compositore Emilio Capalbo. 

Alle 18.30, presso la chiesa di San Michele Arcangelo, si esibiranno i cori Bachis Sulis e Sinfonie d'Altura di Aritzo, diretti entrambi dal maestro Michele Turnu, Santa Cecilia di Arborea (diretto dal maestro Riccardo Zinzula), il trio A.Ma.Me di Arborea e il Coro di Bosa diretto dal maestro Gigi Oliva. Il concerto sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Sardegna Live.

IL PROGETTO. "Il canto a tenore e la coralità polifonica di ispirazione popolare sarda raccontano in modo diverso la stessa storia - spiega Michele Turnu, direttore artistico del ciclo di eventi -. E' un’analisi che verrà fatta in maniera approfondita dai relatori del convegno in programma ad Aritzo il 17 dicembre. Oggi in Sardegna ci sono tantissimi cori polifonici che si avvicinano sempre di più all’ispirazione popolare traendo spunto da melodie note già presentate dai tenores. Io stesso, essendo compositore, traggo spunto da forme musicali che possono essere l’a duru duru o i muttos e faccio in modo che quella melodia, tipicamente adottata da canto a tenore, sia rielaborata e adattata a un organico più grosso come quello del coro polifonico".

"Cambia la forma armonica - prosegue il maestro Turnu - ma rimane la matrice che è quella delle melodie tradizionali. Sulla base di questo ho voluto tracciare la linea. Da cosa è partito il movimento della coralità polifonica? Sebbene molte elaborazioni corali abbiano movenze pop in lingua sarda, il filo conduttore è sempre quello del canto a tenore".

"Da questa consapevolezza nasce uno spunto di riflessione sul lavoro che compositori e cori devono fare. Non ho nulla contro l'evoluzione, anzi, penso sia necessaria. Emilio Capalbo (uno dei relatori del convegno) ha pubblicato il Manuale dell’armonia pop-rock, un lavoro che trovo molto calzante col periodo musicale che stiamo vivendo in Sardegna: i compositori si stanno avvicinando alla melodia tradizionale per evolverla e creare delle vesti musicali nuove. Personalmente ammiro molto i cori che scelgono questo repertorio sperimentale".

CORO 'BACHIS SULIS'. La formazione diretta da Michele Turnu nasce nel 1985. "Il coro ha avuto un percorso formativo molto ampio e impegnativo - spiega il suo maestro -. Diversi i direttori: Antonio Zanda, don Paolo Ghiani per la parte religiosa, Luca Borgognoni, Gianni Garau, Ivano Argiolas, Riccardo Marongiu e Francesco Bianco e poi io da 19 anni a questa parte. È un coro che esegue brani tradizionali e di ispirazione popolare ma anche un coro d’autore". Tanti, infatti, i brani scritti e armonizzati dallo stesso Turnu eseguiti dal Bachis Sulis. Fra questi il celebre Luna. Cinque le produzioni discografiche che hanno impreziosito la storia del coro di Aritzo, la sesta è in programma.

"Negli anni abbiamo vissuto momenti davvero importanti come il concerto in Parlamento e numerose tappe in Italia ed Europa. Il coro Bachis Sulis vanta un grande bagaglio culturale e, mi preme sottolinearlo, umano, essendo caratterizzato non solo da belle voci ma anche da tanta umiltà".