Il mese di dicembre si apre in musica a Bidonì, dove le sonorità e la voce più antica e affascinante dell'Isola detteranno i ritmi della festa venerdì 2 dicembre, dalle ore 17, in occasione della prima tappa di "Dal canto a tenore ai Dilliriana".

L'EVENTO. Nel cuore del Barigadu, terra ricca di storia e suggestioni, il gruppo Dilliriana, in collaborazione con la locale amministrazione comunale e la Regione Sardegna, propone un progetto culturale e musicale che porterà gli spettatori a spasso nel tempo, alla scoperta di alcune fra le più note formazioni di canto della Sardegna.

I PROTAGONISTI. L'evento sarà condotto da Giuliano Marongiu e trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook di Sardegna Live.

Sul palco si alterneranno il tenore Antoni Milia di Orosei, il cuncordu Gennargentu di Fonni. E ancora, Michelino Carta di Fonni, maestro dell’armonica a bocca, Enrico Bessolo, giovane studente universitario cagliaritano che proporrà un’attenta analisi sulla diffusione delle tradizioni popolari fra i giovani nei grandi centri cittadini dell’isola.

Importante sarà poi il contributo artistico dei Dilliriana, che hanno ideato l’evento. Silvano Fadda di Austis all’organetto, Roberto Tangianu di Triei alle launeddas, Giovanni Demelas di Atzara alla tastiera, Carlo Crisponi di Lodine e Gianluca Fadda di Ghilarza alla voce.

IL PROGETTO. "La musica veicola un turismo di qualità, che guarda alla scelta dei luoghi, che si inserisce in contesti di interesse storico, artistico e paesaggistico i quali ne amplificano il potenziale attrattivo, che viaggia anche fuori stagione", spiegano i Dilliriana, che propongono l'appuntamento.

"In una regione come la Sardegna è enorme il patrimonio artistico e culturale legato alla tradizione del canto a tenore, del canto monodico, del suono ancestrale delle launeddas e del campionario di strumenti musicali che nel corso dei secoli hanno svolto la funzione di sottolineare i passaggi di vita comunitaria, le danze tradizionali su tutto, ma anche e soprattutto nello scandire delle ricorrenze o nei ritrovi delle sagre e feste paesane. Lo hanno ben documentato Don Giovanni Dore nel celebre volume Gli strumenti della musica popolare della Sardegna, o il Bentzon nei suoi soggiorni di studio e ricerca nelle aree territoriali in cui il millenario tricalamo fungeva da colonna sonora per tutte le ricorrenze".

"I festival musicali, le stagioni dei piccoli e grandi teatri, gli appuntamenti con i protagonisti della musica costituiscono un patrimonio culturale straordinario e una risorsa turistica importante in molti Paesi del mondo, non da meno in Italia e in Sardegna, dove il patrimonio musicale risulta essere ricco e variegato rispetto a tutte le realtà che si affacciano sul Mar Mediterraneo: dal canto a tenore riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, al canto a chitarra, ai balli dei gruppi folkloristici, all’intreccio di voci delle corali polifoniche disseminate in ogni centro dell’isola".

"I grandi visitatori che per tutto l’800 e i primi decenni del '900 hanno varcato i confini dell’isola hanno documentato la forza dei suoni e delle voci che quest’isola riusciva a produrre e ne hanno riferito, nelle loro opere, incastonando la bellezza di quelle melodie nella descrizione dei paesaggi che diventavano “visioni” per i lettori e per la letteratura che di quelle opere ha saputo fare dei classici di riferimento", aggiungono i Dilliriana.

"Loro sono stati i primi “portatori di turismo” di una terra, la Sardegna, che nel 2020 non ha smesso di incantare chi arriva anche con le sue melodie e le sonorità che interpreta. La musica, il canto a tenore, tutte le espressioni identitarie legate alla danze, alla poesia, al vestiario tradizionale diventano forza attrattiva, materiale su cui investire e progettare per dare smalto ai centri più rinomati della Sardegna, ma anche per rivelare i “volti” dei luoghi più nascosti e meno conosciuti della nostra terra, quelli che bisogna scoprire e valorizzare, nelle zone più̀ interne di una regione incontaminata e ricca di fascino. Borghi soggetti a spopolamento ma che non possono essere condannati all’impoverimento di una storia che, attraverso una serie di iniziative mirate che la Legge 7 incoraggia, possono trovare un valido supporto di crescita, di rilancio turistico, di valorizzazione".

Da qui l'idea di proporre un'ambiziosa sintesi della storia musicale e delle forme di canto dell'Isola. "Il progetto sceglie due località distanti e completamente differenti: Nuragus (dove l'evento si ripeterà il 16 dicembre, ndr), 856 abitanti, paese del Sud Sardegna, Bidonì, 139 abitanti, comune della regione storica del Barigadu".

"Nei vari paesi che ospiteranno la Rassegna di canto a tenore, a chitarra, danze e suoni della tradizione in vestiario tradizionale - spiegano ancora i Dilliriana -, sarà organizzato un convegno di studi di carattere internazionale “Musica, canto a tenore, espressioni identitarie in Sardegna: storia, storie e prospettive di sviluppo turistico” nel corso del quale si coinvolgeranno autorevoli espressioni che operano, con qualificata e certificata esperienza".