Filiali del Banco di Sardegna chiuse nel giro di poche settimane in 17 Comuni dell’Isola. Una decisione che preoccupa, l’ennesimo servizio negato a migliaia di cittadini del centro Sardegna. Nughedu San Nicolò, Anela, Mara, Bultei, Cargeghe, Oniferi, Abbasanta, Tramatza, Nurachi, Ruinas, Sini, Putifigari, Silius, Turri, Siddi, Gesico e Guamaggiore. Questi i centri interessati dalla decisione del Gruppo BPER, proprietario dell’istituto di credito fondato a Sassari nel 1953.

I sindaci dei 17 paesi, che lunedì si incontreranno a Cagliari presso l’Anci con le organizzazioni sindacali, si fanno portavoce del disagio e dello sconcerto suscitati nella popolazione dalla spiacevole notizia.

“Difficile giustificare una chiusura immediata e senza preavviso – dichiara a Sardegna Live Daniele Arca, primo cittadino di Bultei –. La filiale del Banco in paese chiuderà a maggio. Una scelta che preoccupa e che riteniamo inopportuna. Certo, la popolazione è in costante diminuzione e con essa i flussi finanziari e i depositi degli utenti, ma questo non giustifica una drastica chiusura dello sportello. Avrei capito una rimodulazione dell’orario, passare da cinque a tre giorni su sette di apertura. Da cinque a zero pare veramente troppo, considerata anche l’età media della popolazione con anziani non dotati di strumenti informatici né formati per poterli utilizzare. La mancanza di un operatore  prosegue Arca – impatterà significativamente soprattutto sulla gestione dei risparmi delle persone anziane che hanno particolare necessità di un supporto fisico. Magari rimarrà il bancomat, ma molti dei nostri anziani non sanno nemmeno utilizzarlo”.

“L’ennesimo servizio perso – osserva amareggiato il sindaco di Bultei –, un’altra mazzata per la popolazione. I dirigenti dal Gruppo Bper, ovviamente, non sono entrati nel merito delle questioni particolari facendo un puro calcolo numerico. Rifacciano un ragionamento considerando che le comunità come la nostra hanno contribuito nel tempo a tenere in piedi il Banco di Sardegna e meriterebbero un occhio di riguardo. Si tratta di persone, non di numeri”.

Sulla stessa lunghezza d'onda il primo cittadino di Nughedu San Nicolò, Michele Carboni, che racconta a Sardegna Live: “Siamo molto sorpresi, anche perché il gruppo BPER aveva a suo tempo fatto investimenti sul locale sede della filiale in paese. Come ho detto alla dirigente del nord Sardegna, il Banco si è fatto grande con i risparmi degli utenti dei piccoli paesi e noi siamo sempre stati con loro, questo voltafaccia legato a un’emergenza sociale come quella dello spopolamento non può essere tollerato. Si sta costituendo un comitato spontaneo che chiederà al gruppo di rivedere la decisione, altrimenti, tutti compatti, chiuderemo i conti correnti al Banco per trasferirci dalla concorrenza”.

“Loro fanno un ragionamento esclusivamente numerico e di profitto – commenta Michele Carboni –. Il nostro è un ragionamento sociale. Vogliono automatizzare la filiale pur essendo a conoscenza dell’età media molto elevata e dunque della necessità di personale sul territorio. Proseguire con questa politica di chiusure e accorpamenti va in direzione totalmente opposta rispetto a quella di cui ci riempiamo la bocca da anni sul preservare le piccole comunità. Oggi è toccato a Nughedu, domani toccherà ai paesi più grandi che stanno comunque vedendo la popolazione ridimensionarsi di anno in anno. Se BPER deciderà di continuare per la sua strada, anche noi come Comune e come utenti prenderemo le nostre decisioni. La Regione Sardegna e tutti i Comuni, tra l’altro, hanno le tesorerie nel Gruppo BPER e non è escluso che possano essere spostate in altre banche o presso le Poste Italiane, che offrono un servizio analogo”.

Patrizia Carta, sindaca di Abbasanta: “La novità mi ha profondamente stupito anche per le modalità della comunicazione. Ho appreso l’informazione dai social  spiega l'amministratrice a Sardegna Live , avendone comunicazione ufficiale il giorno successivo. Avrei gradito essere informata prima di ricevere le allarmate domande dei miei concittadini a cui non ero in grado di fornire alcuna risposta. Ci è stato spiegato che essendo vicini a Ghilarza dovremo spostarci lì per effettuare le operazioni e usufruire dei servizi. Peccato che molti abbasantesi non abbiano la possibilità di muoversi autonomamente verso il paese vicino ed essendo correntisti storici del Banco si sono sentiti traditi. Molte persone mi hanno già comunicato che trasferiranno i propri risparmi presso Poste Italiane”.

“Quello che sta accadendo mi dispiace e mi rattrista, ma non mi sorprende – conclude la sindaca di Abbasanta –. Dietro il Banco di Sardegna c’è una società per azioni che programma e decide basandosi sui numeri senza badare al fatto che i servizi sono erogati alle persone”.

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