“Mi stanno chiedendo in molti, essendo il legale della mamma e delle tre sorelle di Luca Congera, cosa penso, se può essere lui: questa volta attendo il dna ma, dopo un anno? Nessuno è mai passato di lì con un cane o camminando? La Protezione Civile e persino le sorelle all'epoca della scomparsa hanno battuto senza sosta quei luoghi. E viene trovato "impiccato" dopo un anno, subito dopo che l'indagine della Procura per omicidio non è stata archiviata e sono state chieste dal gip ulteriori indagini per tre mesi? Questa volta aspetto ma, anche Sebastian Casula di Carbonia si era impiccato da solo e ci sono 7 indagati e non è ancora finita, il 27 continueranno le indagini del Ris. Comunque vada, andremo a fondo, le sorelle, la mamma e tutti noi vogliano verità e giustizia”. 

Lo dice apertamente l’avvocato Gianfranco Piscitelli riferendosi al drammatico ritrovamento di un cadavere (o i pochi resti ormai decomposti) ritrovati in una stradina nei pressi di via Fiume, a Quartu: sul posto, nei pressi del punto vendita “Acqua e Sapone” c’erano gli operai dei Terna, impegnati nello smantellamento di una linea elettrica: sono stati loro ad avvisare tempestivamente il 113, poi l’arrivo degli agenti del Commissariato di Polizia coordinati dal vice questore, Fabrizio Selis.

Dai brandelli dei vestiti del corpo parrebbe si tratti proprio di Luca Congera, scomparso a marzo dello scorso anno, ma saranno gli accertamenti medico-legali a chiarire o meno l’identità del pescatore svanito nel nulla e che forse, ma sono soltanto ipotesi, si sarebbe suicidato.

L’avvocato 

“Questa mattina (martedì 26 febbraio 2019, n.d.r.), alla presenza dei legali delle sorelle e madre di Gianluca Congera – afferma l’avvocato Gianfranco Piscitelli – il pm Alessandro Pili ha conferito incarico al medico legale di Cagliari il dottor Nicola Lenigno per gli esami autoptici. L'autopsia sui resti verrà eseguita il 28 febbraio alle 16.30 presso l'istituto di medicina legale di Monserrato, più che altro per accertare epoca e cause del decesso perché per il resto sono già state riconosciute dai parenti del Congera: chiavi, sigarette e scarpe”. 

Gli avvocati Piscitelli e Paola Pischedda hanno chiesto ed ottenuto autorizzazione per partecipare agli accertamenti autoptici. Al contrario di quanto affermato dalla stampa, il corpo era appeso dalla testa avvolta dal cappuccio di una felpa e non a testa in giù.