Il Canzoniere colto e sincero di Paolo Zicconi incanta il Civico di Alghero

Oltre il fuoco sulla collina si individuano le sagome degli Anni Ottanta, con l'entusiasmo e gli eccessi di una stagione di ingannevole benessere. 

Il titolo della bella e profonda canzone di Ivan Graziani - presente nel programma del recital - è un invito sottinteso al varo del terzo segmento di un' interessante e vincente storia della canzone italiana di qualità.

Paolo Zicconi e la sua formazione hanno terminato la propria felice esibizione al Teatro Civico di Alghero in un tripudio di applausi, dopo due ore di ottimi brani ed impeccabili interpretazioni.

L'abile e raffinato protagonista ha conquistato la platea con un repertorio misurato e non banale, che ha sposato brani amatissimi di Lucio Dalla, Ivano Fossati e Francesco De Gregori con qualche gemma meno conosciuta di Roberto Vecchioni e dell'ingiustamente dimenticato Stefano Rosso, tra le tenere ed amare ballate di una perduta innocenza.

Paolo non è solo un impeccabile cantante di tecnica adamantina e limpido fraseggio: ostenta un amabile conversare da crooner nel rapporto con il pubblico, che idealmente prende per mano nella visitazione delle scelte e degli arrangiamenti, dei temi e dei ricordi di adolescente. I momenti più intimi rievocano l'amore per il mare di Ivan Graziani, personale ed irrequieto amico di giovinezza; ed un accorato “come eravamo” degli anni legati ai movimenti politici giovanili e le serate in cantina tra le chitarre, fra gli amori clandestini e qualche episodica trasgressione alle severe regole paterne. La nostalgia ammanta di rosa ogni fotogramma del passato.

Ecco perchè lo show di Paolo Zicconi e del suo ottimo ensemble - i prestigiosi Marcello Peghin alla chitarra e Giovanni Agostino Frassetto alle tastiere, con i giovani e talentuosi Antonio Fortunato alla chitarra, Stefano Oggiano al basso e Sergio Intelisano alla batteria - si concede una supplementare escursione nel mondo della canzone operaia e politicamente schierata dell'indimenticabile Pierangelo Bertoli. 

Gli Anni Settanta erano lotta fratricida e strategia della tensione, crisi energetica e serrate nelle fabbriche, fine dei sogni ed inizio della crisi. Ma l'arte e la musica hanno prodotto pagine di ineguagliabile bellezza, della quale il cantautorato nobile di casa nostra è stata degna scia. I nostri autori di razza hanno scritto versi di intenso respiro. Paolo ha ragione di farli scandire con la dignità di poesia autentica, cesellati dalla voce narrante del bravo attore catalano Pierluigi Alvau.

Le belle e minimaliste idee scenografiche sul fondale realizzate da Guido Beltrami, le sapienti luci di Tony Grandi ed i suoni nitidi dello specialista Attilio Lombardo sono stati il degno corredo di un evento di eccellente fattura e gradevolezza, che ha coinvolto ed emozionato il numeroso pubblico presente nell'aristocratico teatro locale.

Lo show è stato organizzato dalla associazione culturale “Materia Grigia” di Antonello Lullia, con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Alghero e la META. Un delizioso omaggio del camaleontico protagonista alla canzone da vecchio night di un Fred Buscaglione presente nelle sale da ballo algheresi e non ancora diventato l'effimero divo italiano - prima di un tragico schianto - è stata la ciliegina sulla torta aromatica e saporita del concerto.

La seconda parte della Storia della Canzone Italiana esibisce il grande merito di avere indotto alla riflessione gli esteti integralisti e gli snob, nel suo tangibile attestato del valore artistico e musicale di certi cantautori. Non sono solo canzonette.