“Se l’idea piace e la gente viene possiamo stare tranquilli per due o tre anni… poi dovremo cercare qualcos’altro”

Il 16 marzo 1986 un intraprendente ragazzo tedesco innamorato della Sardegna, che aveva appena terminato il servizio militare presso la base di Decimomannu, apriva una birreria in via Eleonora d’Arborea e -come un auspicio- rivolgeva alla moglie le parole piene di speranza riportate sopra. Non immaginava che dopo trentasette anni e giusto qualche fusto di birra sarebbe stato ancora qua, nella moderna sede di Piazza Galilei, a raccontare la sua storia ai lettori di Sardegna Live.

La storia di uno dei locali più amati che, in qualche modo, è un po’ la storia di una parte di Cagliari: stranieri, sardi, italiani dalla penisola, giovani studenti, adulti professionisti, nonni che scelgono di andare a cenare in un’atmosfera di famiglia allargata e addirittura gli operatori ecologici durante il turno serale… la porta di Karl Heinz si sa, è sempre aperta. E bene o male, per uno spuntino o un bicchiere di buona birra tedesca, se passi per Cagliari almeno per una volta passerai da lui!

Stiamo parlando del Circolo Stammtisch e del suo incredibile gestore: Karl Heinz. Nato ben 72 anni fa (che porta impeccabilmente) a Kyllburg, piccola cittadina tedesca di 800 anime vicino al confine col Lussemburgo, nella valle della Mosella. Personaggio poliedrico, dai variegati interessi magistralmente praticati: scacchi, mineralogia, pittura e scultura (è autore di diversi quadri, sculture lignee e boccali di ceramica esposti nel locale) musica, cucina… giusto per cominciare!

Moltissime le iniziative di cui è stato promotore ed organizzatore: numerosi Oktoberfest cagliaritani (il primo nel 1989, alla fiera; il secondo nel 1990, al “New Barca a Vela” presso Santa Margherita di Pula; l’ultimo nel 2019, prima della pandemia), la festa a Calamosca per la “Mittsommernacht”, in occasione del Solstizio d’Estate, l’elezione della “Bierkönigin” -regina della birra- . E ancora, il più antico e famoso torneo annuale di scacchi cagliaritano, arrivato quest’anno a ben trentacinque edizioni.

Lo invitiamo a sedersi con noi e raccontarci di questo incredibile percorso cominciato 37 anni fa.

Prego Karl, fa’ come se fossi a casa tua! Raccontaci un po’ i primi passi del tuo percorso

“Quando facevo il militare, in Germania, mi sarebbe piaciuto spostarmi da qualche parte nel mondo … i tedeschi avevano tre basi in Europa: una in Grecia, una in Portogallo ed una in Sardegna, presso l’aeroporto militare di Decimomannu. Ne parlai con mia moglie: proviamo ad andare all’estero… così per cambiare un po’!

Il primo posto che si liberò -per la mia specializzazione nell’ambito amministrativo- fu proprio a Decimomannu; feci la domanda e mi accettarono, con una permanenza prevista di tre anni. Arrivai il 20 luglio 1977, avevo 26 anni ed il viaggio fu pazzesco! Presi il primo aereo alle 7 di mattina: decollo da Colonia ed arrivo a Landsberg; il successivo aereo, partito in ritardo, dovette passare dalla Francia perché Svizzera ed Austria non facevano parte della NATO, dunque non si potevano sorvolare. Passate le Alpi arrivammo quindi a Milano, dove caricarono le salme di quattro militari tedeschi morti perché il loro elicottero si era schiantato sulle Alpi. Da Milano ripartimmo alla volta di Roma e finalmente, dopo aver scaricato un paio di ufficiali, dopo un intero giorno su un aereo militare da trasporto che non aveva il bagno, facemmo rotta per Decimomannu. Toccammo terra alle 11 di notte del 20 luglio. Era tutto spento e non ci aspettava nessuno, giacché eravamo arrivati con ben dodici ore di ritardo! Appena aperto il portellone dell’aereo entrò il caldo estivo, con l’odore della tipica macchia mediterranea. Il primo impatto fu decisamente positivo!

Il giorno dopo visitai Cagliari per la prima volta; per giorni, anzi per settimane, dopo il lavoro salivo quotidianamente a Buoncammino per vedere il tramonto… ero innamorato della vista del Golfo di Cagliari, della città al punto che mi veniva la pelle d’oca!

Poi arrivò la mia famiglia e trovai un appartamento in via Milano. Passati i tre anni dovetti tornare in Germania, ma riuscii in seguito ad ottenere il permesso per ritornare in Sardegna. Il 30 dicembre 1985 ho lasciato l’impiego militare e tre mesi dopo ho aperto il locale, che il 16 marzo festeggia i suoi primi 37 anni! Si può dire che quel caldo profumo di macchia mediterranea mi ha portato fortuna!”

Come nasce l’idea della birreria?

“Durante il servizio a Decimomannu avevo realizzato che a noi tedeschi, ai commilitoni inglesi, mancavano questi posti… c’erano le pizzerie, i bar, i ristoranti, ma non una vera e propria birreria, dove poter creare un’atmosfera familiare… presi dunque contatti con il primo locale, in via Eleonora d’Arborea. Ero un collezionista di minerali e mi venne l’idea di un posto dove radunare gli studenti di geologia e gli appassionati in generale. Il nome del locale infatti è Associazione Amici Geologia e Mineralogia Stammtisch.

Il primo giorno avevo invitato amici e conoscenti e avevo deciso di offrire tutto gratuitamente. L’unico incasso fu di 34 mila lire, da una coppia… avevo calcolato che per sopravvivere, andando per lo meno in pari con le spese, l’incasso medio doveva essere di 150 mila lire!

Il secondo giorno andò meglio e via via, in un paio di settimane, il locale cominciò a riscuotere discreto successo. Davanti alla porta del locale, quando arrivavo per aprire, c’erano sempre un centinaio di persone che mi aspettavano! Tutte le sere la strada era piena di gente che voleva entrare in quel piccolo locale!”

Qual è stata la carta vincente?

“Direi la buona birra e l’atmosfera familiare… spesso parlo della differenza tra una birreria e un ristorante: mentre il secondo bada di più a canoni formali, la prima deve offrire un ambiente piacevole, nel senso che ti puoi sentire come a casa, tra amici, una sorta di ritrovo senza eccessivi formalismi”.

In questi 37 anni sei stato a diretto contatto con un’ampia fetta di società: ne hai percepito un’evoluzione, un cambio…?

“Ho avuto la fortuna di beccare proprio l’onda del successo: per vent’anni è andata molto bene! Poi Cagliari aveva anche dei problemi: delinquenza, droga, AIDS… era molto raro trovare un locale aperto oltre le 11 di notte… mi ricordo solo del bar Paris, in piazza Costituzione… ma di notte giravano certi “elementi”! I circoli privati (contrariamente ad ora) avevano tutti la porta chiusa e, spesso, la guardia dietro! Il primo grande cambiamento possiamo identificarlo proprio in questa fase “buia”, di tensioni, di dramma sociale… che per fortuna in seguito si è risolta.

Un altro cambiamento, a tutti i locali, lo ha portato la crisi bancaria del 2008, il caso Lehman Brothers. E forse, prima di questo, l’euro: la gente, soprattutto i ragazzi, aveva meno soldi, i prezzi erano aumentati. Citerei poi anche i cellulari: prima il circolo privato oltre che luogo di convivio era anche “semplice” posto di ritrovo.

Per trovare l’amico non mandavo un messaggio su Whatsapp ma venivo al circolo dove sapevo che, molto probabilmente, sarebbe passato pure lui! La pandemia di covid, poi, è stato l’ultimo grande colpo… per molti locali proprio la fine.”

Karl, hai qualche rimpianto?

“Onestamente, e fortunatamente, devo dire che -ad oggi- non ho mai avuto un solo ripensamento, un timore di avere sbagliato, un rimpianto. La vita in Sardegna mi è sempre piaciuta e sono contento della situazione in cui mi trovo e che affronto quotidianamente con molta positività! Penso che la più grande fortuna del mio lavoro sia che mi rapporto proprio col lato migliore, coi momenti positivi delle persone, a differenza di altre professioni (medico o avvocato per citarne due) che, purtroppo, devono intervenire negli aspetti negativi. Io qualche volta penso di essere scivolato in questa avventura, come se qualcuno mi avesse spinto e mi stia dando una mano!”.

A questo punto interviene Michele, storico e fidato cliente: “Karl ha sempre tenuto prezzi universitari ed un’atmosfera familiare. La prima volta che venni qui, una trentina di anni fa, frequentavo il primo anno di università: 2 lire ogni giro di birra… ed eccoci ancora qua a parlare, a giocare a scacchi, a trascorrere un po’ di tempo in serenità!”

Secondo lui la peculiarità di Karl Heinz nonché il suo punto di forza è stato il suo spirito di iniziativa, che lo porta da sempre ad organizzare attività “figate mondiali”: ricorda ancora i campeggi annuali al sito minerario di Arenas, l’annuale torneo di scacchi, la ricerca dei minerali, i viaggi in Germania.

Ed è proprio il racconto del viaggio organizzato 12 anni fa per i venticinque anni del locale, e per un compleanno “tondo”, che ci lascia a bocca aperta: già nel 2006 (per il ventesimo anniversario) Karl aveva organizzato una trasferta nel suo paese natale, Kyllburg, con una quindicina di persone. Cinque anni dopo, alla celebrazione in patria di Karl Heinz e del suo locale erano andati in ottanta! Per un comune di 800 anime (ma fin dal medioevo degno del titolo di “città”, ci tiene a specificare con fierezza Karl) era stato un episodio epocale, una svolta per l’economia. Erano stati ricevuti da squilli di tromba suonata dal sindaco in persona, con fuochi d’artificio e la banda bavarese, rigorosamente in costume, che per presenziare aveva affrontato 7 ore di viaggio in pullman!

In quell’occasione il nostro birraio sardo-tedesco era stato incoronato a furor di popol “Bierkaiser”, con tanto di corona e mantello! Che avventura pazzesca!

Karl, cosa consiglieresti ad un ragazzo che oggi vorrebbe intraprendere un percorso come il tuo?

“Guarda… non saprei! Cagliari oggi è piena di locali, alcuni anche lussuosi! Sicuramente consiglierei di cercare un’idea originale, una nicchia, che sappia dare un qualcosa che manca… proprio come feci io 37 anni fa, quando ai soldati stranieri di Decimomannu mancava una birreria!”

Arrivato a questo punto della tua vita hai fatto tanto. Cosa ti manca ancora?

“Mi mancano 28 anni per arrivare al secolo! E pensare che faccio da sempre la doccia con l’acqua fredda! Penso sia un tonico per il corpo, infatti il mio medico non mi ha mai visto! Vi lascio con un aneddoto: la vita media in Europa è circa di 82 anni; se prendiamo un metro da falegname, quello snodabile, e apriamo i primi quattro segmenti sono proprio 82 centimetri! Considerando ogni centimetro come un anno, possiamo vedere a che punto della nostra vita siamo… e fare i dovuti calcoli e conclusioni!”

Viele danke, herr Karl! Grazie di aver condiviso la tua storia!

“Freut mich, piacere mio! Tschüss!”

Per i 37 anni suonerà dal vivo il gruppo “Nashville”. L’appuntamento dunque è per stasera, 16 marzo, alle ore 21 presso il circolo Stammtisch di Piazza Galilei 14. Tanta buona musica dal vivo, buon cibo, ottima birra tedesca… e l’occasione per scambiare qualche parola e soprattutto fare gli auguri a Karl Heinz, vera pietra miliare tra i circoli e le birrerie della nostra Città del Sole!