Il Consiglio regionale della Sardegna, dopo il rinvio di ieri, ha cominciato stamane la discussione della mozione della Lega a sostegno della richiesta del referendum abrogativo della parte proporzionale della legge elettorale nazionale. Tensioni nella maggioranza di centrodestra e sardista, con Udc (5 consiglieri) e Forza Italia (5) che avrebbero potuto far mancare la necessaria maggioranza di 31 voti favorevoli, hanno determinato lo slittamento dell'esame del documento in Aula. La mozione, firmata da 17 consiglieri, e' stata calendarizzata con carattere d'urgenza, nonostante le proteste della minoranza di centrosinistra.

A favore si è già pronunciato, a nome dei quattro consiglieri dei Riformatori sardi, il capogruppo Michele Cossa. "Noi nasciamo con referendum per il maggioritario nel 1992, con Mario Segni", ha ricordato l'esponente dei Riformatori, considerando "prevalentemente positivo" l'effetto che l'evoluzione maggioritaria ha avuto sul sistema elettorale. "Quindi, per noi il fatto politicamente rilevante e' che questo referendum permettera' ai cittadini di pronunciarsi. Voteremo si' alla mozione". 

Di altro avviso il M5S:"Prima i sardi, dite? No prima il Capitano, per voi", ha attaccato il vicecapogruppo Michele Ciusa. "La legge elettorale non e' in cima alle priorita' dei sardi". Quello della Sardegna potrebbe essere uno dei cinque Consigli regionali ad approvare la richiesta di referendum da depositare entro il 30 settembre in Cassazione, come caldeggiato dal segretario leghista Matteo Salvini, con l'obiettivo di fissare la consultazione gia' la prossima primavera. 

L’opposizione La richiesta di un referendum abrogativo per modificare la legge elettorale nazionale in senso totalmente maggioritario e' "un'iniziativa estemporanea, nata in fretta e furia, dopo la perdita del potere e per cambiare le regole in modo che una minoranza possa prendere il potere".

L'ha detto, dai banchi dell'opposizione di centrosinistra, il consigliere regionale del Pd Roberto Deriu nel suo intervento nell'Assemblea sarda durante la discussione della mozione della Lega per chiedere il referendum, iniziativa bollata come una "porcheria" dal collega di partito Piero Comandini, vicepresidente del Consiglio regionale.

"Perché' non avete chiesto le firme e passate, invece, dai cinque Consigli regionali 'subordinati'?", ha incalzato l'esponente del Pd, gia' vicecapogruppo nella passata legislatura, rivolto ai colleghi della Lega "Voi agite nei 'palazzetti', per scodellare agli italiani uno strumento che possa scardinare il sistema che vi ha portato fuori dal potere".