“Gli effetti nefasti della pandemia da coronavirus non risparmiano le tradizioni culinarie della Sardegna. Centinaia di maialetti sardi allevati per essere immessi nel mercato in questi giorni precedenti la Pasqua resteranno probabilmente invenduti. L’assenza del maialetto sardo arrosto, che assieme all’agnello rappresenta il simbolo delle festività pasquali in Sardegna, oltre a farsi sentire sulle tavole degli estimatori, preoccupa pesantemente gli allevatori del comparto suinicolo, impegnati nei mesi scorsi nella produzione di un’eccellenza fonte di un guadagno trasformatori in una perdita economica ingente”.

Questo l’appello lanciato dal Consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Ciusa, che insieme ai suoi colleghi Desirè Manca, Roberto Li Gioi e Alessandro Solinas, ha presentato una mozione per chidere misure urgenti per il settore.

“I suinicoltori della Sardegna, maggiormente penalizzati dal blocco delle esportazioni delle carni suine, devono essere aiutati dalla Regione, perché a rischio stavolta è la sopravvivenza dell’intero comparto. Come primo passo – ha aggiunto Ciusa – è necessario permettere ai suinicoltori di sostenere le spese fisse, ovvero stanziare dei contributi speciali per l’acquisto del mangime e per tutte le esigenze che riguardano il mantenimento degli animali. Molti allevatori hanno già fatto sapere che date le condizioni di sofferenza in cui versano le aziende, in assenza di aiuti, si troverebbero costretti ad uccidere le scrofe. Azioni drastiche ma inevitabili dalle conseguenze pesantissime per il futuro della stessa filiera produttiva”.  

“Chiedo quindi alla Regione – ha concluso l’esponente pentastellato – che agli allevatori vengano anticipati tutti i contributi, compreso l’anticipo della Misura 14 “Benessere Suini 2019”, oltre all’erogazione di contributi speciali per l’allevamento degli animali. Non solo: la Regione deve provvedere con urgenza all’erogazione di indennizzi da destinare al comparto suinicolo, uno tra i settori più colpiti dall’emergenza sanitaria e dalle misure varate dal Governo per contenere l’epidemia, come la chiusura dei ristoranti e degli agriturismi. Dobbiamo aiutare gli allevatori a sopravvivere e a non cadere perché a fine emergenza possano risollevarsi quanto prima”.