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L’emergenza sanitaria nelle carceri della Sardegna: da nord a sud, senza escludere gli istituti di pena meno “pericolosi”, in termini di detenuti reclusi e posti ad adeguato regime di sicurezza. Il segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria Michele Cireddu (nella foto in altro), ha delineato in generale una situazione ancora troppo sottovalutata dall’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna. Ecco il perché.
Come state vivendo questa emergenza, quali misure sono state prese per evitare il contagio negli istituti penitenziari?
Gli interventi da parte della nostra Amministrazione a nostro avviso purtroppo sono pochi ed inidonei, sono state emanate una miriade di circolari tutte clamorosamente irrealizzabili perchè mancano i dispositivi di protezione individuale. Inizialmente il Dipartimento ha fornito della mascherine chirurgiche monouso ma in numero insufficiente, infatti sono immediatamente finite le scorte. Di recente sono invece state inviate delle mascherine, anche se viene difficile definirle tali, sono infatti state rifiutate da diverse regioni della penisola ma il nostro Dipartimento ha ben pensato di distribuirle negli istituti penitenziari.
Abbiamo invece potuto riscontare la solidarietà di Istituzioni locali, e di volontari che hanno cercato di fornire delle mascherine protettive ai nostri agenti, mi riferisco ad una volontaria di Nuoro ed al sindaco del comune di Bari Sardo a cui va il nostro accorato ringraziamento con la speranza che tali gesti vengano emulati anche nella altre zone della Sardegna a favore dei nostri agenti.
Abbiamo assistito a diverse proteste nei vari Istituti della penisola, in Sardegna la situazione, a suo modo di vedere, Le sembra sotto controllo?
In alcuni Istituti della Regione ci sono state delle proteste controllabili, alcuni detenuti hanno urlato dalle finestre, hanno sbattuto le gavette nelle inferriate, ma le proteste sono state gestite con grande professionalità da tutti i livelli della Polizia penitenziaria sarda. Il personale sta garantendo con ogni sforzo i diritti dei detenuti, inoltre oltre agli interventi legislativi da parte del Governo in materia di liberazione anticipata, per sopperire alla sospensione dei colloqui sono state attivate le video chiamate, sembra quindi che gli animi si siano calmati, anche perche’ il Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri non permette spostamenti che metterebbero, sia i familiari che gli stessi detenuti, in pericolo di contagio, sempre che questi fossero i veri motivi delle proteste.
Cosa servirebbe, a vostro avviso, per poter fronteggiare anche negli Istituti Penitenziari questo drammatico periodo?
Intanto, come abbiamo chiesto unitariamente, servirebbe sottoporre tutto il personale operante negli Istituti a controlli tramite i tamponi per individuare eventuali positivi e garantire subito un immediato isolamento sanitario per evitare il contagio di massa. In Sardegna abbiamo ancora la possibilità di salvaguardare contagi incontrollati negli istituti ma bisogna agire subito. A tal proposito tutte le Organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria della Sardegna hanno chiesto immediati interventi, abbiamo inviato un sollecito, stiamo cercando disperatamente di assicurare quegli interventi che possono salvare vite umane in un momento tragico per tutto il paese.
In maniera unitaria stanno dimostrando, grande senso di responsabilità così come i nostri Poliziotti stanno dimostrando grande senso del dovere e stanno confermando di essere un eccellenza del comparto sicurezza, una Forza di Polizia di serie A, a loro va il mio personale ringraziamento perchè sono in prima linea per contrastare questa grave emergenza sanitaria. In questo momento storico tutti devono fare la loro parte i nostri agenti lo stanno facendo in maniera encomiabile ci piacerebbe che anche il Dipartimento oltre ad emanare circolari di cui non si possono assicurare i dettami per mancanza di strumenti, possa intervenire con fatti concreti perchè realisticamente senza tali interventi non si può sperare di resistere a lungo.