Musica per fare rumore.

Musica per farsi sentire.

Canti e suoni di Sardegna per coprire il silenzio e dare una voce a chi non ce l’ha.

Il sentimento di solidarietà che Busachi esprime da tempo nei confronti di un suo compaesano si allarga e trova spazio in un’altra iniziativa finalizzata a reperire fondi per “mantenere viva la speranza di rivedere Domenico Libero”.

Domenico Fadda è un uomo in carcere e la comunità a cui appartiene rivendica da sempre la sua innocenza.

La sua è una storia triste e al centro di una cronaca che si è tinta di nero.

Isabella era la sorella di Domenico, moglie di Giovanni Cossu e madre di due figlie.

Isabella soffriva di un male interiore che più volte si era manifestato con gravi episodi di violenza verso i familiari e contro se stessa.

Il 15 ottobre 2011 Isabella si sarebbe avventata sul marito Giovanni con un coltello uccidendolo.

Domenico, al piano di sotto, richiamato dalle grida provenienti dal piano superiore sarebbe sopraggiunto  quando ormai non c’era più nulla da fare.  

Sempre secondo il racconto Giovanni cade a terra privo di vita mentre Domenico tenta di disarmare la donna.

Domenico ha un cuore buono, a detta di tutti, e con ogni probabilità il timore di privare le due ragazze anche della loro madre lo avrebbe spinto ad addossarsi le colpe di un delitto mai commesso. Una decisione che da quel momento gli ha impedito di essere un uomo libero rendendolo prigioniero di una sofferenza ancora più grande.

Giovanni e Domenico per tanto tempo avevano cercato con ogni possibile rimedio di proteggere Isabella dai fantasmi che turbavano la sua serenità. Complici e cognati, uniti dallo stesso dolore.

Domenico non avrebbe mai fatto del male a Giovanni.

Domenico non avrebbe mai fatto del male a Isabella.

In quel tragico sabato notte le Forze dell’Ordine raccolgono la deposizione di Isabella che accusa il fratello di aver ucciso suo marito dopo un litigio. L’irreperibilità di Domenico rinforza le accuse a suo carico. I fatti giocano contro di lui e diventa il principale indiziato.

L’amaro epilogo della vicenda rende inutile il sacrificio di Domenico: dopo l’interrogatorio, che si conclude alle 5 del mattino, Isabella torna a casa e si toglie la vita. Una tragedia nella tragedia.

Domenico si consegna ai Carabinieri, subisce un processo e viene assolto in primo grado “per non aver commesso il fatto” ma in Assise d’Appello viene condannato a 18 anni di reclusione.

La sentenza della Cassazione, pronunciata il 18 febbraio 2016, ritiene valide le ragioni i suo sfavore e la condanna diventa definitiva.

Busachi ha indossato il lutto della tragedia portando nel cuore il dolore per un destino che ha distrutto una famiglia, ma quello stesso dolore ha reso più insopportabile il sentime