Appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per fermare l'esodo degli insegnanti sardi verso le cattedre del resto d'Italia. L'sos a poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande di assunzione è firmato dal deputato di Unidos Mauro Pili.

Il parlamentare chiede un intervento urgente per bloccare "la più grande deportazione di massa di donne e uomini sardi degli ultimi 60 anni verso il continente". Un problema anche sociale. "Madri strappate ai propri figli - denuncia l'ex governatore - senza una logica ma solo per l'arbitrio di uno Stato che non applica la minima regola del buon governo: il buon senso. Una riforma che impone alla Sardegna, regione insulare ultraperiferica, una vera e propria emigrazione di massa senza precedenti.

A questo corrisponde l'illogico e irragionevole atto di trasferire in Sardegna centinaia, se non migliaia, di docenti provenienti da tutte le altre regioni italiane".

Un appello, quella a Mattarella, rivolto anche al giurista e al siciliano che sa cosa significhi vivere in un'isola.

"Oso rivolgermi ad un cittadino siciliano - si legge nella missiva - che ben capisce, più di chi vive a Firenze, le gravi discriminazioni che subisce un cittadino insulare. A questo, però, si aggiunge che se per un cittadino della Sicilia giungere al confine con l'Italia sono sufficienti pochi minuti, per un cittadino sardo sono necessari denari rilevanti e notti di viaggio per attraversare il Tirreno".

Pili allega alla lettera anche la petizione, sottoscritta da cinquemila persone, per arrivare, attraverso un'impugnazione della Buona scuola da parte della Regione, al pronunciamento della Corte Costituzionale. Nella comunicazione c'è anche l'invito a intervenire nei confronti del Presidente del Consiglio "perché nelle prossime ore venga concessa una deroga nei termini al fine di favorire una positiva, razionale e dignitosa soluzione".