PHOTO
"Per gli operatori sanitari della Casa Circondariale di Cagliari, B.B. aveva cessato di vivere alle prime luci dell'alba dello scorso 5 aprile quando in condizioni disperate era stato trasportato con l'ambulanza del 118 al Pronto Soccorso dell'ospedale "SS. Trinità". In realtà c'è stata una sorprendente risposta dalla tempra del giovane ucraino e da 18 giorni si trova nel Reparto di Rianimazione in coma".
Lo precisa Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme", dopo un colloquio con l'avvocato Alessandra Boi, legale dell’ucraino, B.B. "Per una carente informazione tra i sanitari delle due strutture, si è creato un equivoco sul decesso e la conseguente donazione degli organi”.
"Alla buona notizia per la sopravvivenza del giovane ucraino si aggiunge però - sottolinea la presidente di Sdr - quella della cattiva gestione delle comunicazioni tra carcere e ospedale. Il paziente infatti risulta ormai in stato di libertà e quindi non più dipendente dalla Casa Circondariale. I Sanitari quindi non hanno più avuto notizie ma non hanno neppure dialogato con loro quelli del nosocomio impegnati quotidianamente nel delicato compito di assistenza. Insomma si è creato un cortocircuito probabilmente dovuto alla mole di lavoro dei sanitari e forse anche al fatto che talvolta la solerzia nel voler archiviare situazioni complesse e dolorose nonché all'apparenza incontrovertibili, impedisce, com'è accaduto, di effettuare un approfondimento sul destino di una persona, che probabilmente avrebbe avuto necessità - conclude Caligaris - di un ascolto più costante e puntuale considerata anche la difficoltà ad esprimersi in un italiano compiuto. L'auspicio è che le Istituzioni dialoghiamo tra loro anche per garantire una informazione corretta".