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Il lavoro della Procura di Cagliari per far luce sul banchetto di Sardara procede senza sosta. Si cerca di capire cosa abbia portato politici, manager, militari, amministratori locali, direttori generali e figure vicine al Presidente della Regione Christian Solinas, a ritrovarsi tutti insieme violando qualsiasi norma di contenimento della pandemia in atto, quando la Sardegna si trovava ancora in zona arancione. Al centro dell’indagine, che per ora è stata aperta senza ipotesi di reato e nessun indagato, ci sono i motivi che hanno portato all’incontro.
I TESTIMONI Il pm Giangiacomo Pilia ha già ascoltato dodici testimoni. Attraverso le loro dichiarazioni è stato possibile identificare anche chi ha partecipato al pranzo, ma è riuscito a scappare all’arrivo degli uomini della Guardia di Finanza.
DICHIARAZIONI CONTRASTANTI Alcune dichiarazioni sembrano però non coincidere con altre, andando addirittura in contraddizione. La Procura non tralascia alcun dettaglio e anche in questo caso si valuterà come procedere.
CHI HA ORGANIZZATO IL PRANZO Uno dei punti di partenza per far luce sulla vicenda riguarda chi avrebbe organizzato il pranzo. Giovanni Corona, titolare della struttura “Nuove terme di Sardara” oppure, si farebbe il nome del portavoce del Presidente Solinas Mauro Esu.
IL DIRETTORE DELL’ENTE LIRICO Se al momento appaiono ancora delle ombre, continua invece a schiarirsi l’elenco dei nomi di chi ha partecipato all’incontro. Tra i 40 commensali ci sarebbe, così come scrive L’Unione Sarda, anche Luigi Puddu, direttore del Teatro Lirico di Cagliari.
LE DIMISSIONI Intanto, Umberto Oppus, direttore generale degli Enti locali, ha presentato le sue dimissioni. “Ho sbagliato, chiedo scusa”. Si cerca di capire, invece, quali saranno le decisioni del Presidente Solinas.
I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNATORE Il tempo stringe e in virtù dell’articolo 50 della legge 31 del ’98, il governatore avrebbe dieci giorni di tempo dalla notizia di quanto accaduto per contestare il provvedimento disciplinare. Una volta scaduto questo periodo potrà procedere alla revoca dei funzionari regionali con l’obbligo, però, di corrispondergli un’annualità di stipendi.
Il banchetto di Sardara, al momento, non è dunque arrivato alla sua portata finale.