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Dalla Chiesa "manco una parola" sui fatti di Orlando in Florida, o meglio, solo "una tiepida reazione del Papa". E allora addio Chiesa cattolica e alle sue gerarchie che ritiene "tra i 'mandanti' culturali e sociali, alla pari dell'integralismo islamico, della strage in Florida e delle recenti aggressioni omofobe accadute, tra i tanti episodi, a Cagliari e Roma".
Non nuovo ad iniziative forti, il dirigente del Pd sardo, Gianluigi Piras, assurto agli onori delle cronache nel 2013 per un suo post su Facebook in cui rimproverava alla campionessa russa del salto con l'asta, Yelena Isinbayeva, una frase sulla legge antigay del suo Paese, e dopo il suo pubblico 'coming out' ("sono gay"), oggi punta il dito contro l'istituzione ecclesiastica.
E annuncia: "avvierò le pratiche per sbattezzarmi e sto verificando con i legali azioni giudiziarie contro il parroco di Decimputzu che in una recente omelia ha argomentato contro gli omosessuali", dicendosi pronto a portare in tribunale altri eventuali episodi di palese discriminazione sessuale.
"Una sconfitta per l'umanità', tuonò il segretario di Stato vaticano Parolin quando gli irlandesi con un referendum approvarono i matrimoni gay - scrive Piras su Facebook - Invece per la strage omofaba di 50 omosessuali ad Orlando, nessuna sconfitta per l'umanità".
Tra le motivazioni delle sue argomentazioni, il dirigente dem inserisce anche "il contenuto violento espresso nell'ultima enciclica nei confronti delle persone omosessuali, l'assenza di provvedimenti disciplinari verso quei parroci, come quello di Valencia e di Decimoputzu, che augurano la morte alle persone omossessuali. L'integralismo religioso, qualunque sia la religione, va estirpato con tutti i mezzi civili che possediamo", chiarisce Piras prendendo le distanze "da una religione - spiega - che mi esclude, mi discrimina e mi abbandona".