Il silenzio assordante dell'ultimo lunedì di febbraio stride con il ricordo di pochi giorni fa, quando in un clima di incontenibile e colorata euforia, tutta la comunità di Ollolai festeggiava il suo rumoroso carnevale.

C'era anche Marco Podda, 36 anni, che soltanto poche ore più tardi ha perso la vita, ucciso da uno schianto fatale, mentre in compagnia di un amico percorreva via Palai prima che l'alba salutasse il nuovo giorno. Nel pomeriggio di ieri, una folla commossa e incredula ha accompagnato il feretro dalla casa che lo ha visto crescere alla chiesa di San Michele Arcangelo, che lo ha accolto per l'ultimo saluto. 

I volti rigati di lacrime sono la manifestazione evidente di un dolore profondo che la morte di Marco ha provocato non solo nei compaesani, ma anche in tutti quelli che lo conoscevano e che si sono dati appuntamento a Ollolai per dare l'estremo saluto al loro amico e per stringersi intorno ai suoi cari. Marco lavorava a La Caletta e giocava a calcio con l'Ollolai.

Era conosciuto da tutti come un amico sincero e un ragazzo dai valori autentici. Il parroco don Filippo Fancello nella sua omelia ha ricordato la gioia di vivere di Marco e il suo modo gentile e affettuoso di rapportarsi agli altri.

«Sei il numero uno», ha detto il fratello Andrea sull'altare rivolgendo il suo ultimo saluto a Marco. Parole cariche di dolore e di tristezza che lasciano spazio alle lacrime e ai ricordi. «Il tuo sorriso è la mia pace», ha detto Marina che in chiusura della celebrazione ha rivolto un pensiero al fratello, una dedica sottile che scava nei cuori di tutti i presenti in un giorno carico di tristezza.