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«Alle volte anche solo ascoltare può esser utile». Con quest’appello Il Comune di Cossoine ha invitato gli interessati a partecipare a un incontro dedicato alle problematiche causate dal gioco d’azzardo che si terrà venerdì 28 settembre alle 10.00 nel Centro sociale.
«I 7 mila malati di gioco (in cura), in Italia, – si legge nella pagina Facebook del Comune – coinvolgono nel loro problema una catena infinita di genitori, figli, amici e colleghi. Un giocatore attivo travolge tra i 5 e i 7 "passivi". E così se i giocatori attivi sono 300 mila, quelli passivi diventano un milione e mezzo. La cura prevede terapie allargate anche ai familiari. E' di poco tempo fa la notizia di una donna ludopatica assolta dal tribunale di Milano che rubava per giocare, perché considerata "incapace di intendere e di volere". Che i malati di gioco d'azzardo in Italia siano un numero inquietante è cosa nota: 7 mila persone in cura (ufficialmente) e ambulatori che continuano ad aprire su e giù per il Paese. Ma il dato che spesso si dimentica è quello dei familiari coinvolti».
«Spesso la ludopatia – prosegue il post – produce situazioni violente e comportamenti come bugie e falsità. I legami familiari possono facilmente spezzarsi per vari motivi e il numero di separazioni e di divorzi che fanno seguito alla dipendenza dal gioco d'azzardo è in crescente aumento. I centri di cura statali e privati provano a ricucire i legami fra i coniugi e i figli».
«Ci sarebbe un forte legame fra la dipendenza dal gioco d'azzardo e la violenza entro la famiglia. Da uno studio emerge come una buona metà dei familiari di giocatori 'problematici' hanno riferito episodi di violenza nella propria famiglia negli ultimi 12 mesi. Gli stessi giocatori – è stato aggiunto – hanno ammesso di avere una tale frustrazione dai problemi di gioco del partner o di altro familiare, da arrivare a di sfogarsi picchiando i figli. Lo studio fotografa un quadro inquietante: la frustrazione causata da un familiare ludopatico induce una persona su cinque a commettere violenza contro il giocatore o contro i figli. Molte di queste persone, come atto di disperazione, ricorrono infatti alla violenza per cercare di cambiare la situazione».