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Defocused young man sitting in his car and showing smartphone with valid digital vaccination certificate for COVID-19. Focus is on the phone.
“Da vaccinato con 2 dosi, avente quindi il Green pass, mi sento totalmente preso in giro dal fallimentare sistema che hanno creato per prevenire i contagi da Covid-19”.
Sono parole dure e senza mezzi termini quelle di Alessandro Marongiu, guspinese, che ai microfoni di Sardegna Live segnala le condizioni della sua vacanza “sconcertante e scioccante” fatta di recente a Roma.
“Tanto rumore per nulla: se vogliono utilizzare il Green pass come arma di prevenzione e poi non lo si chiede, a che serve il polverone mediatico che stanno sollevando?”
Ma partiamo dal principio: Alessandro ha fatto qualche settimana fa un viaggio a Roma assieme ad una sua amica, entrambi provvisti di Super Green pass: “Le stranezze del viaggio cominciano a palesarsi immediatamente, già durante il viaggio in pullman da Guspini a San Gavino Monreale, dove l’autista ci dice che mostrare il Green pass non serve, perché noi abbiamo chiesto di mostrarlo; stessa cosa capita sul treno verso Elmas e all’aeroporto stesso, in cui la certificazione verde ci è richiesta solo 2 volte nonostante tutti i controlli previsti: al gate e in un bar”.
Arrivati a Roma, la situazione sembra non cambiare: “Il Green pass non ci è stato assolutamente chiesto sul taxi e, nonostante abbiano detto in tutte le salse che proprio sui mezzi pubblici sarebbe stato fondamentale, si trattava già del terzo in cui non ci veniva controllato. Nel B&b in cui alloggiavamo, la certificazione verde ci è stata sì chiesta, ma non scansionata! Una cosa assurda! Io posso dire di averlo e loro si fidano della parola di un estraneo?”
E in giro per Roma? “Solo in pochissimi posti ci è stato richiesto: al Colosseo, sul bus turistico e in qualche locale. Tant’è che ad un certo punto ho domandato ad un cameriere come mai non lo chiedessero, e lui mi ha detto che non può chiederlo a chiunque, che per loro è una perdita di tempo e che hanno da fare altro”.
“Insomma, o si fidano del fatto che uno dice di averlo, o non lo chiedono proprio, o dicono che addirittura non serve, neanche durante il viaggio di ritorno in Sardegna ci è stato chiesto in aeroporto”.
E quale può essere il motivo? Secondo Alessandro la spiegazione sta nel fatto che ci sono pochissimi controlli da parte delle Forze dell’Ordine e, senza questi, si tende a risparmiare sul tempo di richiesta e di scansione della certificazione: “Alla fine lo farebbero solo per evitare le multe: se chi dovrebbe fare le multe non c’è, perché farlo? Così non lo chiedono a nessuno oppure si fidano di un semplice sì, ma in questo modo il problema non si risolverà mai perché sta a monte. Ci vorrebbero più controlli. Io capisco che sia complicato doverlo chiedere a tutti, ma allora perché bombardarci sulle restrizioni e l’importanza del Green pass se averlo o no è uguale?”