"Chiudere alcune spiagge è indispensabile per arricchire la biodiversità". I dati emersi in seguito al lockdown, imposto dall'emergenza Covid, "danno indicazioni fondamentali per la politica ambientale". Lo dice uno studio del Cnr-Irsa, l'Istituto di ricerca sulle acque, con il Parco nazionale dell'Asinara e alcune Università, pubblicato su Communications Biology. L'indagine, basata su tecniche di ecologia molecolare, conferma che la sabbia, apparentemente sterile, ospita una sorprendente diversità faunistica detta meiofauna: un'infinità di microscopici e bizzarri animali minacciata dagli spiaggianti.

Lo studio del Cnr-Irsa ha coinvolto il Parco nazionale dell'Asinara, il Cnr-Ibiom - l'Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari - LifeWatch Italia, Università di Sassari, Modena e Reggio Emilia e atenei stranieri. "L'approccio integrato di analisi faunistiche ed ecologiche con metodi tradizionali e metodi basati sul Dna prelevato in ambiente, dimostra che all'Asinara 80 specie di invertebrati microscopici su circa 200 rinvenute erano finora ignote", spiegano Alejandro Martínez ed Ester Eckert del Cnr-Irsa.

"Ciò significa che sappiamo ancora poco della vita che ci circonda, specie di animali microscopici che vivono nella sabbia e nei sedimenti. Senza queste informazioni è impossibile studiare le molteplici funzioni ecologiche svolte da tali specie, dalla trasformazione al riciclo e al trasporto della sostanza organica ai vari livelli della rete trofica, e gli impatti su loro esercitati dalle attività umane".

"Lo studio - dice Vittorio Gazale, direttore del Parco dell'Asinara - dimostra che tenere alcune spiagge chiuse al pubblico è fondamentale per mantenere elevati livelli di biodiversità e permettere la diversificazione degli organismi microscopici che vivono nella sabbia e nei sedimenti marini litorali."Spiagge con affluenza turistica minima dimostrano un cambiamento in vari parametri di ricchezza e composizione in specie e nelle spiagge ad alta affluenza l'effetto è maggiore".

Diego Fontaneto, del Cnr-Irsa, sottolinea come "gli studi che applicano la ricerca di base a sostegno delle scelte di politica ambientale siano essenziali per la corretta gestione di parchi e aree protette", e potrebbero aiutare a capire "gli effetti sull'ambiente legati dalla diminuzione dell'impatto antropico prodotta dal lockdown".