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"Doveva essere un giorno di festa per Stefano e Alessandra, i mie due gemelli, ma è il giorno più triste di questi ultimi mesi. Stefano non è con noi da oltre nove mesi, la magistratura indaga per omicidio ma noi non abbiamo mai smesso di cercarlo".
Sono queste le parole di Marco Masala, padre di Stefano, il ragazzo di 29 anni scomparso a Nule il 7 maggio 2015, 24 ore prima dell'omicidio dello studente di Orune Gianluca Monni, nel giorno in cui il ragazzo avrebbe compiuto 30 anni insieme alla sorella gemella.
"Tra Stefano e Alessandra c'era un legame viscerale, indissolubile nella vita e nella morte - racconta -. Oggi lei è molto giù, sa bene quanto Stefano aspettava questo compleanno. Pochi gironi prima della scomparsa le aveva detto 'Alessà se per i nostri 30 anni non si fa niente in paese con i nostri amici, ce ne andiamo noi due insieme a farci un giretto'. Purtroppo è un sogno che non si può realizzare, ma a noi quello che preme adesso è cercare la verità e per questo confidiamo nel lavoro della magistratura".
Sono quattro gli iscritti nel registro degli indagati per i due delitti, strettamente connessi l'uno all'altro: si tratta di un minorenne di Nule - ora diventato maggiorenne - di un suo cugino di Ozieri e di un amico di quest'ultimo, oltre che al padre del minore. Masala sarebbe stato usato dai due indagati principali, per avere un'auto "pulita" con cui raggiungere Orune e uccidere lo studente.
La Opel Corsa grigia di Masala era stata avvistata dalle telecamere posizionate a Orune la mattina del delitto ed è stata trovata la mattina del 9 maggio bruciata nelle campagne di Pattada